
Le notizie sulla guerra di mercoledì 25 gennaio, in diretta. Berlino invia 14 tank Lepoard in Ucraina. Gli Usa mandano 30 carri armati Abrams. Kiev: «Soledar è in mani russe»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 336esimo giorno.
• Germania e Usa forniranno i carri armati che Kiev chiedeva da tempo: l’Ucraina avrà così più possibilità di reggere l’offensiva russa di primavera.
• Corruzione e collaborazionisti, un secondo fronte per Kiev.
Ore 17:37 – Ministro Difesa ucraino sente Austin: presto buone notizie
«Ho avuto una telefonata con (il Segretario Usa alla Difesa) Lloyd Austin. Abbiamo discusso i risultati di Ramstein 8, l’ulteriore rafforzamento dell’esercito ucraino comprese le forniture di carri armati e la manutenzione del nuovo armamento. Altre buone notizie saranno presto annunciate». Lo riferisce su Twitter il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, dopo un colloquio con il suo omologo statunitense Lloyd Austin. «Abbiamo piena fiducia e forte supporto degli Stati Uniti», ha aggiunto.
Ore 17:29 – Zelensky sente Stoltenberg: ampliare la coalizione dei tank
«Ho discusso con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg un ulteriore consolidamento dei partner per il sostegno dell’Ucraina, in particolare l’ampliamento della coalizione dei carri armati e lo sblocco di tipi qualitativamente nuovi di armi». Lo riferisce su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Abbiamo anche parlato dei passi necessari verso un’ulteriore integrazione con la Nato», ha aggiunto.
Discussed with #NATO Secretary General @jensstoltenberg further consolidation of partners to support ??, in particular broadening of the tank coalition and unblocking qualitatively new types of weapons. We also talked about necessary steps towards further integration with NATO.
— ????????? ?????????? (@ZelenskyyUa) January 25, 2023
Ore 17:02 – «Attacco russo a Zaporizhzhia, una donna sotto le macerie. Due morti nella regione di Kherson»
I russi hanno attaccato Zaporizhzhia, distruggendo una casa. Una donna è sotto le macerie. Lo riferisce su Telegram il sindaco ad interim di Zaporizhzhia Anatoly Kurtev, come riferisce Ukrinform. «A seguito di un attacco aereo nemico, una casa privata è stata distrutta in uno dei quartieri della città. Secondo le prime informazioni, una donna è ora sotto le macerie», precisa Kurtev.
Inoltre, oggi i russi hanno bombardato Beryslav, nell’oblast di Kherson, colpendo un negozio di alimentari: il bilancio è di due morti e tre feriti. «Beryslav è finita sotto un fuoco russo su ampia scala. I russi hanno intenzionalmente attaccato a metà giornata un luogo dove si riuniscono molte persone. Proiettili nemici hanno colpito un negozio locale di alimentari, mentre la gente si trovava all’interno», si legge nel messaggio rilanciato da Ukrainska Pravda.
Ore 16:43 – In corso call tra Meloni, Biden, Scholz, Macron e Sunak
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta partecipando ad una call con il presidente Usa Joe Biden, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il presidente francese, Emmanuel Macron e il premier britannico, Rishi Sunak. Al centro il punto sulla situazione in Ucraina.
Ore 15:58 – Unesco iscrive centro storico Odessa nel patrimonio mondiale
Il centro storico della città portuale di Odessa, in Ucraina, sul mar Nero, è stato iscritto oggi nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità in pericolo, nonostante l’opposizione della Russia. Nel corso di una sessione straordinaria del Comitato del patrimonio mondiale a Parigi, 6 Paesi su 21 hanno votato a favore dell’iscrizione di Odessa, 14 si sono astenuti e la Russia ha votato contro la città «perla del Mar Nero», nota per la Scalinata Potemkin.
Ore 15:04 – Biden parla alle 18 (ora italiana), il discorso sul sostegno a Kiev
La Casa Bianca ha annunciato un discorso sul sostegno all’Ucraina del presidente Joe Biden alle 18 ora italiana. È molto probabile che Biden annuncerà la decisione di inviare carri armati in Ucraina.
Ore 14:56 – La Norvegia rilascia l’ex comandante della Wagner che ha chiesto asilo
Le autorità norvegesi hanno annunciato il rilascio di Andrey Medvedev, ex membro di spicco del gruppo paramilitare russo Wagner, che aveva fatto domanda d’asilo, dopo essere entrato illegalmente nel Paese. Le ragioni per la detenzione di Medvedev, ha riferito Jon Andreas Johansen, della polizia di immigrazione norvegese, «non persistono più». L’ex comandante della Wagner, che all’inizio del mese era entrato in Norvegia attraverso il confine con la Russia, ha detto di temere per la sua vita in caso di ritorno in patria. Dopo il suo ingresso in Norvegia, l’ex mercenario era stato immediatamente trasferito a Oslo, secondo la normale procedura per i richiedenti asilo. Ad aiutare Medevedev nella sua fuga in Norvegia è stato Vladimir Osechkin, giornalista dissidente russo e fondatore di Gulagu.net. Prima di essere trasferito in un centro di detenzione, Medvedev era stato tenuto in custodia in un luogo protetto.
Ore 14:52 – Intelligence Kiev: possiamo arrivare anche al Cremlino
L’intelligence della Difesa ucraina ha confermato che il Cremlino si trova nel raggio d’azione dei mezzi militari ucraini: per questo motivo Mosca ha iniziato a schierare sistemi di difesa aerea. Lo riporta Unian. Queste informazioni sono state condivise dal vice capo dell’intelligence della Difesa ucraina Vadym Skibitskyi in tv. Per la prima volta, ha confermato indirettamente che l’Ucraina ha effettuato attacchi in territorio russo. I sistemi di difesa aerea a Mosca sono stati installati dopo l’attacco all’aeroporto militare russo di Engels «e questo suggerisce che se arriviamo a Engels, arriveremo al Cremlino», ha detto.
Ore 14:18 – Zelensky: «Sinceramente grato a Scholz per i tank»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto «sinceramente grato» per la decisione presa dal cancelliere tedesco Olaf Scholz sull’invio di «carri armati tedeschi in Ucraina», ma anche per «l’ulteriore ampliamento del sostegno alla difesa e per le missioni di addestramento» oltre al «via libera ai partner per la fornitura di armi simili». Zelensky – aggiunge su Twitter – di avere saputo «di queste decisioni importanti e tempestive in una telefonata con Scholz».
German main battle tanks, further broadening of defense support & training missions, green light for partners to supply similar weapons. Just heard about these important & timely decisions in a call with @OlafScholz. Sincerely grateful to the Chancellor and all our friends in ??.
— ????????? ?????????? (@ZelenskyyUa) January 25, 2023
Ore 14:08 – Spiegel, saranno 80 i Leopard che Kiev riceverà dai Paesi Ue
Gli alleati europei stanno discutendo il trasferimento congiunto di un totale di 80 carri armati Leopard 2 in Ucraina per formare due battaglioni di 40 veicoli. Lo riferisce Spiegel con riferimento alle sue fonti. Nell’ultimo incontro del formato Ramstein, 12 Paesi hanno accettato, riferisce il quotidiano, di fornire carri armati all’Ucraina a condizione che la Germania fosse d’accordo.
Ore 14:07 – Spiegel, oggi telefonata tra Biden, Scholz, Sunak e Macron
In serata dovrebbe esserci una telefonata fra il presidente Usa, Joe Biden, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il presidente francese, Emmanuel Macron e il premier britannico, Rishi Sunak. È quello che scrive der Spiegel sul sito. I quattro leader vogliono parlare dei prossimi passi per sostenere l’Uucraina.
Ore 13:45 – Putin: «In Germania ci sono truppe Usa d’occupazione»
«Le forze americane in Germania sono truppe d’occupazione, in termini legali ed effettivi». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin citato dalla Tass.
Ore 13:34 – Putin: «Non consentiremo minacce ai nostri territori storici»
La Russia non può consentire che vengano minacciati i suoi territori storici. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, aggiungendo che lo scopo principale dell’operazione militare in Ucraina è quello di proteggere il popolo e la stessa Russia. Lo riferisce la Tass.
Ore 13:29 – Nato: «Bene Berlino sui tank, aiuteranno Kiev a vincere»
«Accolgo con grande favore la leadership del cancelliere Olaf Scholz e della Germania nel fornire i carri armati Leopard 2 all’Ucraina in consultazione con altri alleati e partner della Nato: in un momento critico della guerra contro la Russia, questi tank possono aiutare l’Ucraina a difendersi, vincere e prevalere come nazione indipendente». Lo scrive su Twitter il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
I strongly welcome the leadership of @Bundeskanzler & #Germany in providing #Leopard2 tanks to #Ukraine in consultation with other #NATO Allies & partners. At a critical moment in Russia?s war, these can help Ukraine to defend itself, win & prevail as an independent nation.
— Jens Stoltenberg (@jensstoltenberg) January 25, 2023
Ore 13:26 – Scholz: «Sosteniamo l’Ucraina ma non entriamo in guerra»
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz parlando al Bundestag ha detto: «Non lontano da qui c’è una guerra in Europa. E dobbiamo chiarire che noi facciamo tutto il necessario per sostenere l’Ucraina, ma allo stesso tempo che noi dobbiamo evitare una escalation che porti ad uno scontro fra Nato e Russia. Questo è il principio seguito finora e continueremo a seguirlo».
Ore 13:11 – Ambasciatore russo: molto pericolosa la scelta di Berlino
L’ambasciatore russo in Germania Sergey Nechaev afferma che la decisione tedesca sull’invio dei tank Leopard all’Ucraina è «altamente pericolosa» e «porta il conflitto a un nuovo livello». Per l’ambasciatore, citato dalla Tass, la decisione «distrugge quello che resta della fiducia reciproca, infligge un danno irreparabile» ai legami con Berlino e indica «il completo rifiuto della Germania di riconoscere la responsabilità storica» per i crimini nazisti.
Ore 13:08 – Cremlino: le minacce Podolyak confermano che siamo nel giusto
Le dichiarazioni del consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak su possibili attacchi contro città russe è «una conferma della correttezza» della decisione di Mosca di avviare l’operazione militare in Ucraina «per proteggerci da questo pericolo». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
Ore 13:02 – «Servono molti Leopard»
«Il primo passo sui tank è stato fatto. Il prossimo è la “coalizione di carri armati”. Abbiamo bisogno di molti Leopard». Lo scrive su Telegram Andriy Yermak, capo dell’ufficio della presidenza ucraina, a seguito del via libera di Berlino all’invio dei carri armati tedeschi a Kiev.
Ore 13:00 – Podolyak: inevitabile un’escalation della guerra in Russia
«Confermo ufficialmente che un’escalation interna della guerra in Russia è inevitabile. E saranno effettuati attacchi diversi contro obiettivi diversi. Perché, da chi e per quale scopo è un’altra questione, e non ne possiamo discutere oggi. Mancano le informazioni sufficienti», ha dichiarato Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, in un’intervista al blogger Michael Nucky, citata da Unian. Podolyak ha sottolineato che le forze armate ucraine non stanno attaccando la Russia, ma che i russi, anche nelle grandi città, potranno «sentire la guerra».
Ore 12:45 – Berlino: per i Leopard in Ucraina servono circa tre mesi
«I Leopard potranno essere in Ucraina nel giro di tre mesi». Lo ha detto il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, parlando alla stampa a Berlino.
Ore 12:38 – Kiev: bene l’invio di Leopard, è il primo passo
L’Ucraina accoglie con favore il «primo passo» del via libera tedesco ai carri armati Leopard, ha fatto sapere l’ufficio di presidenza da Kiev.
Ore 12:31 – Kiev: seimila soldati russi sul territorio della Bielorussia
Circa seimila militari russi si trovano attualmente sul territorio della Bielorussia. Lo afferma il rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, Vadym Skibitskyi. Lo riferisce Ukrinform.
Ore 12:18 – Il premier polacco ringrazia Berlino per i Leopard
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha ringraziato Berlino per la decisione di inviare carri armati Leopard all’Ucraina.
Ore 12:11 – Sunak: «I tank alleati rafforzano le capacità di Kiev»
Il premier britannico Rishi Sunak ha affermato in un tweet che è «giusta la decisione degli alleati e degli amici della Nato di inviare carri armati in Ucraina» dopo il via libera della Germania sui Leopard 2. Il primo ministro ha poi sottolineato che insieme ai Challenger 2 del Regno Unito «rafforzeranno la potenza di fuoco difensiva» dell’esercito di Kiev e in questo modo «stiamo accelerando i nostri sforzi per garantire che l’Ucraina vinca questa guerra e si assicuri una pace duratura».
The right decision by NATO Allies and friends to send main battle tanks to Ukraine. Alongside Challenger 2s, they will strengthen Ukraine?s defensive firepower.
Together, we are accelerating our efforts to ensure Ukraine wins this war and secures a lasting peace. https://t.co/55BKg7orfJ
— Rishi Sunak (@RishiSunak) January 25, 2023
Ore 12:05 – Berlino: presto addestramento ucraini all’uso dei tank in Germania
«L’addestramento delle forze ucraine dovrebbe iniziare rapidamente in Germania. Al pacchetto appartengono oltre all’addestramento, anche logistica, munizione e manutenzione dei sistemi». È quello che si legge nella nota della cancelleria tedesca, che dà notizia della decisione di Olaf Scholz di inviare i Leopard 2 in Ucraina.
Ore 11:48 – Via libera di Scholz all’invio di 14 Leopard all’Ucraina
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato oggi al suo gabinetto l’invio di 14 Leopard 2A6 all’Ucraina. È quello che si legge in una nota diramata dal portavoce Steffen Hebestreit. Scholz interverrà al Bundestag alle 13. In quella sede è atteso un suo annuncio ufficiale sull’invio dei tank e sull’autorizzazione ad altri Paesi a fare altrettanto.
Ore 11:07 – Kiev ammette di aver perso Soledar, ora in mano ai russi
Le forze ucraine hanno ammesso di aver perso la città di Soledar, che si trova a circa 10 chilometri da Bakhmut: adesso è in mano ai russi. «Dopo mesi di duri combattimenti le forze armate ucraine hanno lasciato Soledar per “ritirarsi sulle posizioni preparate”», in modo da riorganizzarsi. Lo ha detto all’Afp, il portavoce militare per la zona orientale Serguiï Tcherevaty, rifiutandosi però di specificare quando è avvenuta questa ritirata.
Ore 10:51 – Cremlino: «Gli Abrams in Ucraina bruceranno come gli altri»
Anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, durante il consueto punto stampa della giornata, ha puntato il dito sui carri armati Abrams americani che Biden manderà a Kiev, affermando che «bruceranno nello stesso modo degli altri». Lo riporta l’genzia Interfax.
Ore 10:01 – Zelensky impone nuove sanzioni a religiosi ortodossi russi
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha firmato un nuovo decreto che sanziona alcuni ecclesiastici ortodossi russi. Le restrizioni riguardano anche l’ex deputato Vadym Novinskyi. Lo riferiscono i media ucraini. Tra i religiosi destinatari dei provvedimenti ci sono il Metropolita Pavlo, vicario della Santa Dormizione di Kiev-Pechersk Lavra, il Metropolita di Simferopoli e Crimea Shvets Rostyslav, il vescovo di Bakhchisarai Chernyshov Kostyantyn, l’arcivescovo di Rovenkiv e Sverdlovsk Oleksandr Taranov. Le sanzioni sono valide per cinque anni, i beni e i fondi dei destinatari sono stati bloccati ed è loro vietato utilizzare terre demaniali e altri beni, oltre che usare capitali dell’Ucraina. Nelle scorse settimane, Kiev ha imposto sanzioni ad altre 22 figure religiose della Chiesa ortodossa russa.
Ore 09:37 – Zelensky compie 45 anni. La moglie: spero tu torni a sorridere
Il presidente dell’Ucraina Voldymyr Zelensky compie oggi 45 anni. La moglie Olena gli fa gli auguri con un post su Telegram pubblicando una foto insieme al marito sorridente. «Spesso mi chiedono – scrive Zelenska – come sei cambiato quest’anno. E io rispondo sempre: `Non è cambiato. Lui è lo stesso. Lo stesso ragazzo che ho incontrato quando avevamo diciassette anni´. Ma in realtà qualcosa è cambiato: ora sorridi molto meno. Ti auguro altri motivi per sorridere. E sai cosa ci vuole. Lo sappiamo tutti». «La testardaggine non ti manca, l’importante è che la salute sia sufficiente», ha aggiunto. «Quindi sii sano, per favore! Voglio sorridere sempre con te. Dammi questa opportunità!», ha concluso la moglie del Presidente.
Ore 09:31 – Kiev: Wagner recluta detenuti ucraini
Il gruppo di mercenari Wagner, legato al Cremlino, sta reclutando cittadini ucraini detenuti che sono stati trasferiti nelle carceri russe per portarli al fronte. È l’accusa dell’esercito ucraino riportata dal Kyiv Independent. «La Russia sta reclutando cittadini ucraini detenuti che sono stati portati con la forza nelle carceri russe. In particolare, a Krasnodar, il reclutamento attivo di tali persone viene effettuato nella compagnia militare privata Wagner», ha assicurato lo stato maggiore ucraino. La Cnn ha riportato le tattiche utilizzate al fronte dal gruppo di mercenari che, recluta nelle proprie fila migliaia di detenuti russi. Sono questi detenuti, secondo i rapporti dell’intelligence ucraina, che spesso formano la prima ondata in un attacco e subiscono le perdite più alte, fino all’80%. L’organizzazione russa per i diritti dei prigionieri Rus Sidiaschaya (RS) ha affermato che circa 40.000 detenuti reclutati da Wagner sono stati uccisi, abbandonati, feriti o catturati come prigionieri in Ucraina.
Ore 09:29 – Cnn, gli Usa invieranno 30 carri armati Abrams a Kiev
Gli Stati Uniti stanno finalizzando i piani per inviare circa 30 carri armati Abrams in Ucraina: lo hanno detto alla CNN due funzionari statunitensi che hanno familiarità con la decisione. L’annuncio dell’amministrazione Biden di inviare i carri armati di fabbricazione statunitense potrebbe arrivare già questa settimana, ha riferito ieri sempre la CNN. I tempi della consegna effettiva dei carri armati non sono ancora chiari e normalmente ci vogliono diversi mesi per addestrare le truppe a utilizzare i carri armati in modo efficace, hanno detto i funzionari.
Ore 09:14 – Papa a Chiese Ucraina: non abbiate dubbi, vi ho nel cuore
«Non abbiate dubbi, io prego per voi», «io vi porto nel cuore e chiedo a Dio che abbia pietà di questo popolo così coraggioso». Lo ha detto il Papa al Consiglio panucraino delle Chiese.
«Io sono vicino a voi», ha detto il Papa ricordando che la sua «simpatia» è cominciata da quando era bambino e serviva messa ad un sacerdote ucraino e «da quel momento è cresciuta, una simpatia vecchia che è cresciuta e questo mi fa piu vicino a voi». Poi ha chiesto a tutti di pregare «in silenzio ma insieme per la madre Ucraina». Sottolineando positivamente il fatto che nel Consiglio sono tutti insieme, cristiani, ebrei, ortodossi, e tutte le fedi presenti nel Paese, il Papa ha detto: «tutti insieme» per la «mamma ucraina, tutti insieme e questo fa vedere il tessuto della vostra razza», «è un esmepio davanti a tanta superficialità che oggi si vede nella nostra cultura».
Ore 08:51 – Mosca: esercitazioni in corso con missili Zircon
La fregata russa Ammiraglio Gorshkov, che sta svolgendo esercitazioni nell’Oceano Atlantico, ha eseguito un’esercitazione sull’uso di armi missilistiche ipersoniche utilizzando la simulazione al computer. Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo. Mentre l’Occidente si prepara ad inviare carri armati da combattimento in Ucraina, il governo di Mosca dunque reagisce con i Zircon, missili di nuova generazione, che secondo Mosca viaggiano a una velocità nove volte superiore a quella del suono, con una portata di oltre 1.000 km. «Coerentemente con l’ambiente di addestramento, la fregata Ammiraglio Gorshkov si è esercitata ai preparativi per un attacco con un missile ipersonico Zircon su un bersaglio marittimo che imitava una finta nave nemica a una distanza di oltre 900 chilometri». La nota non afferma che la fregata ha sparato davvero un missile. Il ministero aveva reso noto due settimane fa che la nave da guerra stava effettuando esercitazioni nel Mare del Nord.
Ore 08:46 – Ambasciatore russo a Washington: fornitura Abrams sarà «una provocazione»
Il possibile invio di carri armati da parte di Washington all’Ucraina rappresenta «un’altra palese provocazione» contro la Russia: lo ha detto oggi l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, in un messaggio inviato sull’account Telegram dell’ambasciata. «Se gli Stati Uniti decidono di fornire carri armati, allora giustificare un tale passo con argomentazioni sulle `armi difensive´ non funzionerà di certo. Sarebbe un’altra palese provocazione contro la Federazione Russa», ha scritto Antonov, come riporta il Guardian.
Ore 08:37 – Il piano di Kiev per i prossimi mesi (e il rischio che la guerra duri anni)
(Federico Fubini) È probabile che la Russia prepari un attacco fra pochi mesi ma, prima di accettare qualunque negoziato, anche l’Ucraina vuole cambiare a proprio favore gli equilibri della guerra. A Zelensky non bastano più le armi per difendersi e far pagare cara ai russi l’aggressione: vuole più forza di fuoco, vuole contrattaccare ancora.
L’idea a Kiev sarebbe di usare centinaia di Leopard e altri tank occidentali per sfondare in primavera le linee nemiche al centro del fronte del Donbass, spezzando i contingenti nemici in due tronconi separati a Nord e a Sud. A quel punto gli ucraini avrebbero a tiro e potrebbero distruggere il ponte di Kerch fra la Russia e la Crimea grazie agli Himars, il micidiale sistema di missili fornito dagli americani.
I prossimi mesi saranno dunque decisivi per capire se questa guerra avrà un vincitore o se invece è destinata a durare anni, magari a intensità più bassa.
Del resto il tempo non gioca a favore di nessuno.
A Washington c’è reale preoccupazione per la rapidità con cui gli stock di missili americani vengono logorati in questa guerra terribile. Anche perché intanto nel triangolo fra americani, tedeschi e ucraini altre tensioni sulla gestione civile ed economica della guerra stanno venendo a galla.
Dice Michael McFaul, l’ex diplomatico americano che collabora con Zelensky: «Quelli dicono di sapere come finirà non sanno neanche di cosa stanno parlando».
(Qui l’articolo completo)
Ore 08:32 – Perché la Germania l’ha «spuntata» con gli Usa, sui carri armati
(Paolo Valentino, da Berlino) Olaf Scholz voleva una copertura politica per prendere la decisione della vita, la fornitura all’Ucraina dei Leopard, l’arma che potrebbe cambiare il corso della guerra ma anche ampliare il conflitto innescando conseguenze imprevedibili.
Non una copertura qualsiasi, ma quella degli Stati Uniti, principale alleato e potenza leader dell’Occidente. E alla fine, dopo aver tenuto il punto pur sommerso dalle critiche, il cancelliere tedesco l’ha spuntata.
Poche ore dopo l’anticipazione del Wall Street Journal, secondo cui la Casa Bianca sta per annunciare l’invio a Kiev di un numero significativo dei suoi formidabili carri armati Abrams M1, il governo federale ha deciso ieri sera di rompere ogni indugio e dare il segnale verde a fornire all’Ucraina i propri tank pesanti.
L’ultima trattativa tra il presidente americano e il cancelliere sarebbe iniziata con la telefonata del 17 gennaio scorso, ma il negoziato segreto si è intensificato negli ultimi giorni. Si spiegano così le arrabbiature degli americani, di fronte alle ripetute fughe di notizie sulle condizioni poste da Scholz, che subordinava l’invio dei Leopard a quello degli Abrams.
Sollecitato da tutte le parti, all’esterno e all’interno del governo, il sì di Olaf Scholz alla cessione dei Leopard si lascia dietro molte macerie. A suo merito va tuttavia il fatto di aver tenuto il punto su una questione centrale: per la sua Storia, il suo ruolo e il suo peso, la Germania non può e non deve decidere da sola ma sempre insieme agli alleati sulle questioni della pace e della guerra. Si può essere d’accordo o meno, ma è un argomento solido e fondato.
(L’articolo completo è qui)
Ore 08:28 – «Gli Stati Uniti vogliono infliggere una sconfitta strategica a Mosca»
«Gli Stati Uniti hanno dichiarato inequivocabilmente il loro desiderio di infliggere una sconfitta strategica alla Russia. Impossibile non notare la realtà»: a dirlo — proseguendo nella narrazione secondo cui quello in atto in Ucraina non è la risposta della comunità internazionale a una invasione inaccettabile, ma una «guerra per procura» dell’Occidente contro Mosca, è il ministero degli Esteri russo, con una nota all’agenzia di stampa moscovita Tass.
L’annuncio arriva dopo l’annunciato ok di Washington all’invio di carri armati Abrams all’Ucraina.
Ore 08:14 – Carri armati, il punto della situazione
(Gianluca Mercuri) Se ne parla da mesi: Roma (l’Occidente) ne discuteva mentre gli appelli di Sagunto (l’Ucraina) assumevano col tempo toni sempre più drammatici. Alla fine, la svolta è arrivata: Kiev avrà i carri armati.
Punto per punto:
• Il sì di Berlino (e Washington)
Lo hanno preannunciato due grandi giornali (Wall Street Journal e Der Spiegel) con la concomitanza che chiedevano i tedeschi. Il cancelliere Scholz, infatti, non se la sentiva di compiere un passo del genere senza la copertura degli Stati Uniti. E dunque: l’Ucraina avrà «un numero significativo» di carri Abrams americani e almeno una compagnia (ovvero 14 pezzi) di Leopard tedeschi. In più, Berlino autorizzerà i governi a cui ne ha già venduti — a cominciare da quello polacco — a cederli all’Ucraina.
• Perché è importante
Perché si tratta, semplicemente, di armi che possono rivelarsi decisive negli equilibri del conflitto. Come scrive Paolo Valentino, «secondo gli esperti militari, una volta sul teatro del conflitto, i carri armati di fabbricazione tedesca darebbero alle forze ucraine una nuova capacità offensiva, mettendole in grado di bucare le difese russe e riprendere la loro avanzata».
• Ma cos’hanno di speciale i tank tedeschi?
Il punto è che sono perfino migliori di quelli Usa: «A parità di potenza di fuoco, sono più leggeri, più veloci, più facili da manovrare e da rifornire». In più, c’è il vantaggio organizzativo che spiegano Andrea Marinelli e Guido Olimpio
: «Essendo in dotazione a 13 Paesi europei hanno una riserva consistente e scorte di munizioni». Anche per questo gli strateghi Usa erano riluttanti alla cessione degli Abrams: meglio per Kiev un arsenale meno diversificato possibile, era la tesi.
• Qual era la ragione politica dell’esitazione?
Sia da parte americana sia da parte tedesca, c’era — e c’è — il timore di un salto di qualità del conflitto, con una risposta rabbiosa dei russi che finisca per coinvolgere più direttamente l’Occidente. Da parte della Germania, in più c’è il peso della Storia: i 25 milioni di sovietici morti per mano tedesca soltanto 80 anni fa, i decenni di Ostpolitik (la politica di riconciliazione con Mosca) andati in frantumi per le scelte scellerate di Putin, la difficile riconversione del Paese verso atteggiamenti più bellicosi.
• È giusto allora criticare la Germania? Fino a un certo punto. Intanto, ricorda Paolo, «è il Paese che ha fornito più aiuti militari e finanziari all’Ucraina dopo gli Stati Uniti». Poi, al di là degli errori comunicativi di Scholz, «a suo merito va il fatto di aver tenuto il punto su una questione centrale: per la sua Storia, il suo ruolo e il suo peso, la Germania non può e non deve decidere da sola ma sempre insieme agli alleati sulle questioni della pace e della guerra. Si può essere d’accordo o meno, ma è un argomento solido e fondato».
E Zelensky intanto?
Zelensky, a sorpresa (ma, anche qui, fino a un certo punto) ha anche un fronte interno. Punto per punto:
• La purga anti corruzione
Sembra incredibile che in un Paese stremato da quasi un anno di guerra ci siano dirigenti che hanno approfittato della situazione. Sta di fatto che nel giro di 48 ore, tra arresti e dimissioni, sono saltati il viceministro delle Infrastrutture Vasyl Lozynsky, quello della Comunicazioni Vyacheslav Negoda e quello dei Territori Ivan Lukerya, oltre al vice Procuratore generale dello Stato Oleksiy Symonenko al numero due dell’ufficio presidenziale Kyrylo Tymoshenko.
• Di cosa sono accusati?
Il caso più grave è quello di Lozynsky, colto, racconta Andrea Nicastro, «mentre incassava una mazzetta da 400 mila dollari per agevolare la firma di contratti per la riparazione del sistema elettrico». Lascia basiti l’ipotesi che sia stata fatta la cresta anche sull’acquisto «di generatori utilissimi a sopravvivere ai blackout causati dagli attacchi missilistici russi, ma pagati a settembre a prezzi gonfiati». Symonenko è «chiacchierato per delle costosissime vacanze estive in Spagna». Ma il caso politicamente più spinoso è quello di Tymoshenko, che fa parte del cerchio magico di Zelensky. Lo chiamano «il padrino delle regioni» e gira in Porsche elettrica.
• Come ha reagito il presidente?
Con un divieto di espatrio per quasi tutti i funzionari pubblici, nel timore che scappino con i soldi. E, come suo costume, con un video-selfie: «Voglio essere chiaro, non ci sarà un ritorno alle vecchie abitudini».
• Un Paese ultracorrotto
Le vecchie abitudini sono le mazzette. L’Ucraina, ricorda Andrea, «era prima in Europa per livello di corruzione e il suo cammino verso l’Unione europea è sempre stato condizionato alla soluzione del problema attraverso nuove leggi e una magistratura più autonoma». I Paesi donatori temono un assalto agli aiuti e chiedono un ufficio anti corruzione totalmente indipendente.
Questa analisi è stata pubblicata per la prima volta in PrimaOra, la newsletter che il Corriere riserva ai suoi abbonati. Per riceverla gratuitamente per 30 giorni si può andare qui, e iscriversi a Il Punto, di cui PrimaOra è uno degli appuntamenti
Ore 07:50 – La furia dell’ambasciatore russo negli Usa: «Distruggeremo tank Abrams»
Le forze armate russe «distruggeranno i carri armati M1 Abrams fabbricati negli Stati Uniti e altre attrezzature militari della Nato se verranno forniti all’Ucraina».
Lo ha assicurato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov. «Durante tutta la crisi ucraina – ha affermato – l’amministrazione ha utilizzato ripetutamente la tecnica di pubblicare informazioni sui media alla vigilia di consegne significative di armi e attrezzature al regime di Kiev. Un’analisi dell’intera sequenza delle azioni di Washington mostra che gli americani stanno costantemente aumentando il livello dell’assistenza militare al loro governo fantoccio». «Se viene presa la decisione di trasferire a Kiev gli M1 Abrams, i carri armati americani senza dubbio verranno distrutti come tutte le altre dotazioni militare della Nato», ha continuato. «Ovviamente, Washington sta deliberatamente cercando di infliggerci una sconfitta strategica». Nelle sue parole, prosegue, l’amministrazione di Washington sta dando il «via libera» all’utilizzo dell’assistenza statunitense per attaccare la Crimea e «copre i crimini commessi degli ucraini contro la popolazione delle regioni di Donbass, Zaporizhzhia e Kherson».
Ore 07:41 – E Mosca mostra i muscoli: esercitazione con missile ipersonico nell’Atlantico
Mentre l’Occidente si prepara ad inviare carri armati da combattimento in Ucraina, il governo di Mosca reagisce mostrando i muscoli. La Marina militare russa ha effettuato un’esercitazione nell’Oceano Atlantico con un missile ipersonico Tsirkon: lo ha reso noto questa mattina il ministero della Difesa russo, come riporta la Tass. «L’equipaggio della fregata Admiral Gorshkov, che opera nella parte occidentale dell’Oceano Atlantico, si è addestrata all’uso di un’arma missilistica ipersonica con il metodo della modellazione computerizzata», ha spiegato il ministero». Secondo i vertici dell’esercito, l’equipaggio della fregata Ammiraglio Gorshkov «si è esercitato a colpire con un missile ipersonico Tsirkon un obiettivo che simulava una nave da guerra nemica a una distanza di oltre 900 chilometri».
Ore 06:28 – Stati Uniti invieranno a Kiev 30 carri armati Abrams M-1
Il governo degli Stati Uniti sta ultimando i preparativi per l’invio in Ucraina di circa 30 carri armati M-1 Abrams. Lo riferisce l’emittente televisiva «Cnn», che cita due fonti governative anonime. Le tempistiche dell’invio dei carri armati sono ancora incerte, e addestrarne gli equipaggi potrebbe richiedere mesi. Secondo le fonti anonime, il governo Usa intende fornire all’Ucraina anche un piccolo numero di veicoli di recupero: mezzi cingolati utilizzati per la riparazione di carri armati o la loro rimozione dal campo di battaglia. Come anticipato dal quotidiano «Wall Street Journal», l’annuncio ufficiale da parte del presidente Joe Biden potrebbe giungere gia’ questa settimana.
Ore 05:03 – Usa, la produzione di proiettili da 155 mm aumenterà di sei volte
Il Pentagono ha annunciato che aumenterà di sei volte la produzione di proiettili da 155 millimetri, quelli di cui le forze ucraine hanno più bisogno fino ad arrivare a 90.000 al mese in due anni. Lo riporta il New York Times. Si tratta di un livello di produzione che non si vedeva dai tempi della guerra di Corea. Il piano prevede l’investimento di miliardi di dollari, la creazione di nuovi impianti di produzione e il coinvolgimento di più produttori.
Ore 05:01 – Vjosa Osmani, presidente del Kosovo: «La Serbia? Imperialista come Mosca e coopera con la Wagner»
(di Francesco Battistini) Presidente Osmani, un quarto di secolo dopo le bombe, quindici anni dopo l’indipendenza, come mai il Kosovo è ancora sull’orlo d’una guerra con la Serbia?
«Non direi che sia stato il Kosovo a finire nel baratro di queste tensioni. E non si può dire che aggressore e vittima stiano sullo stesso piano. E’ casomai quello stesso Paese che intraprese le guerre negli anni ’90, ancora una volta, a creare problemi. Purtroppo la Serbia è guidata da chi negli anni ’90 stava al servizio di Milosevic e ha le stesse rivendicazioni territoriali d’allora: han solo cambiato strategia. La Serbia considera il Kosovo, la Bosnia, il Montenegro come Stati provvisori da distruggere, vuole destabilizzarli».
La più giovane presidente del più giovane Stato europeo, Vjosa Osmani, da qualche mese maneggia una delle crisi più pericolose dei Balcani. Barricate serbe, corpi speciali mobilitati, cannoni alle frontiere, spari sulle truppe Nato. Di fronte, l’eterno nemico. E sullo sfondo, ne è convinta, qualcun altro di ben più pericoloso: «La mentalità egemonica di Belgrado somiglia moltissimo all’approccio che ha la Russia, quando crede di tornare all’era imperiale e di prendersi territori di Paesi vicini…».
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Ore 04:47 – La guerra nucleare e l’orologio dell’Apocalisse: mai stati così vicini al disastro atomico
(Antonio Carioti) Un «bollettino scientifico» nato nel 1947. Oggi saremmo a soli 90 secondi dall’Apocalisse (la mezzanotte) per via del conflitto ucraino. Ora incide anche il riscaldamento climatico.
La guerra atomica, o comunque una catastrofe mondiale per l’intera umanità, non è mai stata vicina come adesso. O, quanto meno, questa è la valutazione appena formulata dai curatori del «Bollettino degli Scienziati Atomici», che ogni anno misurano simbolicamente, attraverso il cosiddetto Orologio dell’Apocalisse, quanto la Terra si approssimi a un disastro irrimediabile. La mezzanotte sul quadrante di questo cronometro corrisponde all’olocausto nucleare: quanto più la lancetta dei minuti vi si avvicina, tanto maggiore è il pericolo. La stima comunicata il 24 gennaio è che ci troviamo a soli 90 secondi dall’apocalisse. A preoccupare è soprattutto la guerra provocata dall’aggressione di Mosca contro Kiev, tant’è vero che il comunicato stampa con l’annuncio è stato diffuso per la prima volta in inglese, in russo e in ucraino.
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Ore 04:46 – Carri armati Abrams, Usa pronti a inviarli in Ucraina: cosa cambia nella guerra?
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Berlino ha sempre subordinato il suo eventuale sì ai Leopard all’invio dei tank americani La fornitura eliminerebbe un alibi. Intanto Kiev otterrebbe un mezzo più preciso nel tiro rispetto alle «macchine» in dotazione.
Gli Usa sono pronti a fornire i carri armati Abrams all’Ucraina. Un’ipotesi prima considerata, poi raffreddata con scuse, ora vicina a concretizzarsi per accontentare una pre-condizione tedesca. La Germania era pronta a dire sì all’invio dei Leopard, a patto che gli americani facessero una mossa analoga. Ad anticipare la probabile svolta è un articolo del Wall Street Journal, sempre bene informato sui retroscena della crisi. Cosa comporta?
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Ore 04:42 – Corruzione e collaborazionisti: il secondo fronte della resistenza ucraina
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il punto militare 343 | Dalla morte del negoziatore Denys Kirieiev, pochi giorni dopo l’invasione, alle dimissioni dei funzionari del governo, il secondo fronte ucraino è infido, pieno di ombre, rischi e minacce.
È il secondo fronte ucraino. Infido, pieno di ombre e rischi, minacce. Animato da spie, corruzione, pericoli che arrivano dall’esterno. Un episodio brutale nei giorni seguenti all’invasione. Denys Kirieiev, uomo d’affari e negoziatore diplomatico, è ucciso da agenti del controspionaggio Sbu su uno dei loro mezzi. L’imprenditore era stato arrestato perché sospettato di aver passato informazioni a Mosca. Una versione ribaltata — come ha rammentato il Wall Street Journal di recente —, racconta una vicenda in cui la vittima non ha colpito alle spalle il suo paese ma lo ha aiutato in modo decisivo. Questo ribadiscono a Kiev. Se la capitale non è caduta in mano agli occupanti è anche merito suo, perché ha svelato a Zelensky dettagli importanti sul piano d’attacco. Particolari acquisiti attraverso le sue relazioni sull’altra barricata, in campo russo. Infatti sarà poi sepolto con tutti gli onori nonostante voci e notizie che lo dipingevano come una «talpa»
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25 gennaio 2023 (modifica il 25 gennaio 2023 | 17:38)
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