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Twitter in tilt a livello globale: cosa è successo nella notte

Durante la notte in Italia sono arrivate le prime segnalazioni, raccolte e confermate dal sito downdetector.

Il problema sembra interessare principalmente chi raggiunge Twitter via web ma anche chi usa l’app per dispositivi mobili non è esente da disguidi, anche se con geometrie diverse.

Quando succedono questi inconvenienti, le aziende coinvolte non sono sempre trasparenti nel comunicare cosa è andato storto, i fatti degli ultimi giorni però sono i classici indizi che fanno una prova.

Aggiornamento ore 10.30

Mentre in Italia la situazione si sta normalizzando, in Giappone, Regno Unito e Stati Uniti gli utenti lamentano ancora disservizi. Da noi la piattaforma è accessibile, anche se sembrano esserci problemi di aggiornamento dei tweet.

Il down di Twitter

Tra gli utenti c’è chi non riesce a raggiungere la piattaforma, chi vede soltanto contenuti vetusti e chi riesce a farne uso soltanto in parte, riuscendo a vedere soltanto le risposte ricevute ai tweet scritti di proprio pugno.

Una serie di problemi che sono stati riscontrati ovunque nel mondo e che quindi ampliano il campo delle possibili cause.

Le cause (ignote)

Occorre puntualizzare su due aspetti: a luglio, quindi prima dei licenziamenti che hanno colpito circa 3.700 dipendenti, Twitter aveva sperimentato un down di massa durato circa un’ora. Allo stesso modo, durante gli scorsi giorni è trapelata la notizia secondo la quale sarebbero stati trafugati i dati di 400 milioni di utenti e, anche in questo caso, il furto è avvenuto prima dell’avvento dell’era Musk.

Non è da escludere, tuttavia, che la somma di questi due aspetti abbia avuto ricadute sul down che si sta verificando in queste ore, perché oggi Twitter ha uno staff ridotto all’osso – anche nel comprato della sicurezza della piattaforma – e necessita di aggiornamenti che, nel loro dispiego, possono avere creato qualche disguido. Sono soltanto teorie, in assenza di una versione ufficiale sull’accaduto.

Inoltre, e questo è il terzo indizio, Elon Musk ha annunciato di volere chiudere un data center a Sacramento e, qualora i lavori di smantellamento fossero già iniziati fossero stati effettuati test di migrazione, il down di queste ore potrebbe cominciare ad assumere un senso.

Va da sé che, soprattutto le aziende di una certa caratura, dovrebbero essere al riparo da simili scivoloni i quali, ovviamente, pure potendo capitare, dovrebbero essere risolti in tempi rapidissimi.

Avere ridotto gli effettivi lasciando buchi nei settori più nevralgici dell’azienda e attuare politiche di risparmio andando a colpire anche gli aspetti più strategici della continuità del business, aumenta la possibilità che simili incidenti si verifichino.

Fonte: news.google.com

Doroteo Cremonesi

Affascinato dal progresso, dalla tecnologia e dall'energia, amante delle automobili

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