
Si è spento nella notte, a 69 anni, lo scrittore Pino Roveredo. Dopo una lunga malattia, era ricoverato da alcuni giorni nella struttura di Pineta del Carso. Il suo impegno letterario era rivolto ai fragili e alle persone relegate ai margini della società. Dopo un’infanzia segnata da gravi problemi familiari aveva esordito, nel 96, con il romanzo “Capriole in salita”, in cui raccontava anche i suoi trascorsi con l’alcolismo. Il successo letterario è stato consacrato nel 2005 con il Premio Campiello per “Mandami a dire”.
Dal 2014 al 2018 era stato garante per i diritti delle persone private della libertà personale. Giornalista pubblicista e per oltre vent’anni impegnato nel sociale era anche operatore sociale di strada, aveva lavorato con gli alcolisti in trattamento e poi come educatore per le persone svantaggiate. Teneva lezioni di scrittura per i detenuti del Fvg, gli utenti del Cim e del Sert di Trieste. Per il Comune di Trieste, nel 2001, è stato anche coordinatore dell’Agenzia comunale delle tossicodipendenze.
Per quanto riguarda l’attività letteraria, oltre al premio Campiello ha vinto anche il premio Predazzo dei lettori, il Premio letterario di Officina e altri ancora. Ha scritto molti romanzi di successo tra cui, oltre quelli citati, “Una risata piena di finestre”, “Caracreatura”, “La melodia del corvo”, e “Mio padre votava Berlinguer”. Intensa anche l’attività teatrale, molte delle sue opere letterarie sono state riadattate per le scene. Nel 2021 si era candidato a consigliere comunale a Trieste con la lista civica Punto Franco. Lascia la famiglia e un vasto pubblico di commossi lettori.
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