Siamo soli nell’universo? La domanda delle domande per quanto riguarda l’astronomia è ancora senza risposta. Quello che però stiamo facendo per provare a risolverla è cercare continuamente esopianeti e provare a studiarli.
Oggi conosciamo circa 30 pianeti sottolineati con l’evidenziatore, mondi che soddisfano i criteri che secondo noi potrebbero renderli vivi. Ma quali sono questi criteri?
Il primo riguarda sicuramente la fascia di abitabilità, un’area intorno alla stella di riferimento che rende questi pianeti abbastanza vicini da essere riscaldati ma abbastanza lontani da non bruciare.
Questo naturalmente ha a che fare con lo stato dell’acqua. Se è solo ghiacciata non va bene, se è solo vapore neanche va bene. Ma se l’acqua può esistere in tutti e tre i suoi stadi – solido, liquido e gassoso, proprio come sulla Terra – allora la temperatura superficiale del pianeta è quella giusta.
Anche le dimensioni di un pianeta sono importanti. Questi 30 pianeti sono abbastanza simili alle dimensioni della Terra da avere il potenziale per essere simili alla Terra. Se i pianeti fossero troppo grandi, finirebbero per essere più simili a Nettuno e non sarebbero abitabili.
Non è detto che su pianeti con caratteristiche diverse non possa esistere la vita, che tra l’altro potrebbe avere una natura a noi sconosciuta. Certo è che se dobbiamo concentrare le nostre energie e le nostre risorse, allora è meglio puntare tutto su pianeti simili al nostro.
Un gruppo di scienziati sta mettendo queste coordinate, insieme ad altre molto più complesse in un calcolo che potrebbe indicarci dove guardare. Gli scienziati sanno che la vita è esistita sulla Terra per circa 1-2 miliardi di anni prima che avesse un impatto apprezzabile sull’atmosfera. Dopo 2 miliardi di anni, l’ossigeno potrebbe essere rilevato. Pertanto, i ricercatori hanno utilizzato 2 miliardi di anni come periodo di tempo in cui un pianeta deve esistere all’interno della zona abitabile.
Dei 30 pianeti nella zona abitabile della loro stella, gli scienziati ne hanno scelti nove da studiare. Questi pianeti sono troppo lontani perché i nostri telescopi possano osservare le loro atmosfere, ma sono utili come casi di prova in studi come questi.
Come facciamo a sapere quanto bene il modello rappresenta la realtà? Per testare l’accuratezza del modello, gli scienziati hanno incluso nei loro calcoli anche i ben conosciuti pianeti Terra, Venere e Marte. Il calcolo ha indicato Terra e Marte come pianeti che hanno occupato la fascia di abitabilità per 2 miliardi di anni consecutivi. Ma come sappiamo solo su uno dei due c’è la vita.
Gli scienziati hanno notato che potremmo migliorare queste previsioni includendo calcoli futuri della massa del pianeta e di cosa sia effettivamente fatta la sua atmosfera. Un giorno magari tutto questo ci indicherà un puntino azzurro e sarà quello giusto.
Fonte: esquire.com