
Secondo il sindacato Faib, in Veneto avrebbero aderito allo sciopero il 75% dei distributori. Revocata l’astensione del 26 gennaio
Dopo l’assalto ai distributori da parte di automobilisti preoccupati per i due giorni a venire, da questa mattina, 25 gennaio, è iniziato lo sciopero dei benzinai sull’intero territorio nazionale. In Veneto, secondo il sindacato di categoria Faib, avrebbero aderito il 75% dei gestori. Intanto, sul fronte prezzi, negli ultimi giorni c’è stata una caccia al benzinaio più conveniente- si è chiuso il “giallo” sul distributore più economico d’Italia: per il sito del Ministero sarebbe quello di Concordia Sagittaria, nel Veneziano, ma in realtà si tratta di un errore di comunicazione.
Lo sciopero e la revoca
Nell’indire la serrata i rappresentanti delle associazioni di categoria avevano specificato che sarebbe durata dalle 19 del 24 gennaio sulla rete stradale ordinaria e dalle 22, sempre di martedì 24, sulle autostrade, per concludersi poi alle 19 del 26 gennaio. A seguito dell’incontro tenutosi nel pomeriggio del 25 gennaio con il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, le sigle sindacali avevano però scelto di procedere in due direzioni diverse: Faib confesercenti riducendo la mobilitazione a 24 ore anziché 48, Fegica e Figisc/Anisa ribadendo la loro intenzione di concludere lo sciopero il 26. In serata, però, è arrivata l’intesa tra le varie sigle: lo sciopero termina per tutti alle 7 di stasera. Revocata per tutti la giornata di astensione del 26 (domani). Il prezzo dei carburanti, intanto, non cessa di salire: il 25 mattina i nuovi rialzi sono stati registrati non solo sui listini dei maggiori marchi, ad aumentare è anche la media nazionale dei prezzi praticati alla pompa che si aggira attorno a 1,85 euro/litro per la benzina e 1,9 euro/litro per il gasolio.
Il giallo del distributore di Concordia
In Veneto, i dati aggiornati al 23 gennaio forniti dal Ministero per le imprese e per il made in Italy e riportati da Lab24 del Sole24ore segnalavano il distributore di Concordia Sagittaria, in provincia di Venezia, non solo come il meno costoso del Veneto ma dell’intera Penisola. La notizia è rimbalzata in tutto il Veneziano ma si tratterebbe di un errore di comunicazione. «I prezzi vengono aggiornati e modificati ogni mattina – spiega il gestore del punto vendita – noi siamo soltanto degli appaltatori, non siamo noi a scegliere i prezzi, né a comunicarli direttamente al Ministero, né tantomeno a poter decidere se aderire allo sciopero o meno. Oggi scioperiamo perché ci è stato imposto di farlo, non per volere nostro: un tempo i gestori potevano scegliere, ad oggi circa il 35 per cento del mercato petrolifero italiano è in mano a compagnie private tramite gestioni dirette e sono loro a dirigere i gestori e a comunicare i dati al ministero». Secondo quanto riportato tre giorni fa e come risulta tutt’ora – mattina del 25 gennaio – sul sito del Ministero, il distributore di Concordia Sagittaria venderebbe la benzina a 1,329 euro/litro, in realtà il costo è di 1.879 euro/litro. «Il 23 gennaio non eravamo il punto vendita meno costoso del comune, figuriamoci d’Italia – ha continuato il gestore – si tratta semplicemente di un errore dovuto alla mancanza di comunicazione e aggiornamento dei dati. Insufficienza di trasmissione oltretutto molto frequenti e diffuse, che non permettono di stabilire in tempo reale né quale sia il punto vendita più economico della giornata né di stabilire una media nazionale precisa».
Le ire dei benzinai
A scatenare le ire di benzinai, compagnie private e sindacati e a dare avvio allo sciopero è stata la pubblicazione il 14 gennaio scorso del Decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti, il quale prevede che i gestori degli impianti, oltre a comunicare giornalmente le proprie tariffe al ministero, debbano esporre nel proprio punto vendita i prezzi medi regionali. Chi non pubblicherà le tali tariffe medie con un’adeguata cartellonistica potrà essere punita dalla Guardia di finanza con sanzioni dai 500 ai 6 mila euro e dopo la terza violazione potrà essere disposta «la sospensione dell’attività per un periodo non inferiore a 7 giorni e non superiore a 90 giorni». Ai gestori è stato dato soltanto un mese di tempo dall’entrata in vigore del decreto per adeguare la cartellonistica del proprio punto vendita alle nuove normative.
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Fonte: news.google.com