
Un soldato italiano catturato in Africa e portato in un campo di prigionia nel Dorset, dove aveva conosciuto una donna inglese e senza saperlo aveva avuto una bambina
Una storia che inizia da lontano, da El Alamein. Renato Labò è un soldato italiano classe 1920 di Agazzino di Sarmato che durante la guerra viene catturato in Africa dagli inglesi. Viene trasferito nel campo di prigionia 47 di Motcomb, presso Shaftsbury, nella contea di Dorset (Inghilterra meridionale). Secondo fonti locali, più che un campo di prigionia in senso stretto, era un luogo dove i soldati italiani e tedeschi dormivano dopo che di giorno venivano mandati a lavorare nelle fattorie e nelle aziende della zona. Sul terreno dove c’era il campo di prigionia ora c’è il cortile di una scuola elementare.
Il campo
Mentre lavorava in una fattoria, Renato conosce Dorothy, la figlia dei proprietari. Dal loro amore nasce Gin, ma forse Renato, che nel frattempo era tornato in Italia, non l’ha mai saputo. Dopo la guerra Renato si sposò con Luisa ed ebbe tre figli, tra i quali Eugenia, che ora abita a Calendasco, sempre in provincia di Piacenza. In Inghilterra Dorothy allevò da sola Gin, ma sua zia aveva conservato la foto e alcuni indizi di quel soldato italiano che non si era più fatto vivo.
L’incontro
Finché Clare, la figlia di Gin, nel dicembre 2019 decise di fare ricerche tramite la Croce Rossa negli archivi dei prigionieri di guerra. E scoprì tutta la storia e gli altri figli di Renato. Come racconta il quotidiano La Libertà, le ricerche hanno portato Gin in Italia ad abbracciare per la prima volta la sorellastra Eugenia a Calendasco, dove tutta la discendenza di Renato si è riunita con i «parenti» inglesi.
5 giugno 2022 (modifica il 5 giugno 2022 | 13:29)
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