Gli elementi emersi hanno spinto la Procura di Firenze a emettere provvedimenti di perquisizione informatica a carico di tutti i 31 utilizzatori degli account individuati in Toscana, e le tecniche di analisi utilizzate dagli investigatori sui dispositivi informatici sequestrati hanno consentito di accertare che molti di loro si servivano della navigazione anonima su internet per non essere rintracciati.

Il materiale pedopornografico scaricato da Internet veniva catalogato in base alla tipologia, per poter essere rapidamente individuato, per soddisfare il desiderio del momento o per condividerlo con altri utenti.
Per i 5 arrestati, che avevano raccolto migliaia di immagini e video raffiguranti bambini, anche in tenera età, coinvolti in atti sessuali con adulti o con altri minori, oltre che in atti di autoerotismo, la Procura ha accertata anche la pericolosità: tutti erano stabilmente dediti alla raccolta e allo scambio di materiale pornografico realizzato con l’impiego di minori.
Fonte: news.google.com