
Dopo l’annuncio di Enrico Letta, che non intende ricandidarsi alla guida del Pd, Bonaccini, il presidente dell’Emilia-Romagna, intende lanciare l’Opa sul partito (e contro le correnti). C’è anche chi vorrebbe schierargli contro Nardella
Già, quel partito degli amministratori locali che è uscito vincente dal voto al contrario del partito nazionale. Non è un caso quindi la dichiarazione di ieri del primo cittadino di Bari Antonio Decaro. Il presidente dell’Anci dice apertamente quello che Bonaccini continua a ripetere nei suoi colloqui riservati di questi ultimi giorni: «Va smantellato l’intero modello su cui il Pd si fonda. Basta con i capi corrente. Basta con l’auto conservazione come unico scopo della politica». Parole molto simili a quelle che Bonaccini ha pronunciato di fronte a uno dei maggiorenti dem che sondava le sue intenzioni: «Qui o cambiamo radicalmente e riprendiamo a parlare alla gente oppure andremo avanti di sconfitta in sconfitta».
Insomma Bonaccini fa sul serio e questo ha messo in allarme i big del partito. Da Andrea Orlando a Nicola Zingaretti, dalle capogruppo al vice segretario Peppe Provenzano, temono che il governatore dell’Emilia-Romagna possa tentare di giocare una partita che finisca per cambiare gli immutabili equilibri interni e mettere all’angolo i capi corrente, che, comunque, sono sopravvissuti a ogni segretario. Persino a Renzi e alla sua rottamazione. Per questa ragione sta prendendo piede il nome di Elly Schlein.
Letta e Prodi sono convinti non da ora che la vice di Bonaccini sia il volto nuovo che serve al Pd. È donna, di sinistra, è ambientalista e ha buoni rapporti con il M5S. Perciò il segretario uscente lasciava trapelare ieri il suo nome. I capi corrente del Pd non ritengono Schlein la migliore delle soluzioni possibili, ma si sono subito accodati: è lei che può ostacolare la rincorsa di Bonaccini.
Al Pd c’è chi maliziosamente fa osservare che c’è un motivo se Orlando si è speso per convincere Letta a non dimettersi: se il segretario mollasse adesso sarebbe difficile contrastare l’unico candidato attualmente in campo, cioè Bonaccini. La guerriglia contro il governatore dell’Emilia prevede anche un lavorìo ai fianchi, sui sindaci che dovrebbero supportarlo. Dunque, occhi puntati su Dario Nardella, che qualcuno individua come possibile candidato alla segreteria in chiave anti Bonaccini. E anche sul sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, che sta valutando se candidarsi. Ma i fedelissimi del «governatore» immaginano di contrastare l’ipotesi Schlein affiancando a Bonaccini, in una sorta di ticket per il congresso, Simona Bonafè.
Nel frattempo al Nazareno è riunione continua. I colonnelli si fronteggiano prima dell’assise. Formalmente con Bonaccini c’è solo Lorenzo Guerini, soddisfatto per aver intanto portato a casa il congresso che la sinistra interna voleva posticipare. Si terrà tra febbraio e marzo, anche se Letta lo vorrebbe a gennaio. Tutti aspettano però di capire quale ruolo giocherà Dario Franceschini. Da che il Pd è il Pd la sua parola pesa. E può fare la differenza.
26 settembre 2022 (modifica il 27 settembre 2022 | 08:34)
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