Dopo il successo delle Universiadi nel 2019, la città di Napoli è pronta per una nuova sfida dal sapore internazionale: diventare Capitale Europea dello Sport 2026. La candidatura, accettata dall’Aces Europa (Federazione delle Capitali Europee dello Sport) già la scorsa estate, è stata presentata nel pomeriggio di oggi (19 gennaio 2023) con una conferenza stampa tenutasi a Palazzo San Giacomo.
Gaetano Manfredi, il riconoscimento rappresenta difatti «una grande occasione» dal «grande valore simbolico perché non si parla solo di sport agonistico ma significa anche sport per la città e per i cittadini: significa inclusione, giovani e recupero». L’Associazione capitali europee dello Sport fregia del riconoscimento proprio le grandi città che sviluppano azioni significative nella diffusione della cultura sportiva. Quella che fa dello sport un volano d’eccezione per migliorare la qualità della vita garantendo, allo stesso tempo, una sana integrazione e crescita sociale. «Le grandi città – ricorda il sindaco partenopeo – sono fatte di grandi bellezze, ma anche di marginalità e dunque il tema dell’inclusione e della riduzione dei divari attraverso lo sport sarà uno dei leitmotiv della nostra canditura e di quello che realizzeremo in pratica».
Una tematica che va in continuità con il lodevole impegno sul territorio praticato grazie alla partnership tra Palazzo San Giacomo e Sport e Salute – la Società pubblica italiana che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia – che in Campania permette di fare sport a circa 260mila bambini della scuola primaria, di cui 35mila solo a Napoli: «Al quartiere Arenella e al Rione Sanità – chiarisce il Presidente di Sport e Salute, Vito Cozzoli – abbiamo ripristinato delle palestre che hanno un valore non solo di crescita fisica dei nostri ragazzi ma anche un valore morale e culturale. Quindi siamo ben contenti di sostenere questa sfida perché lo sport è salute ma soprattutto qualità della vita, benessere e sviluppo dei territori».
«Candidare Napoli a Capitale europea dello sport 2026 – osserva, invece, l’assessora allo Sport del Comune, Emanuela Ferrante – significa dare a tutti noi la possibilità di metterci in gioco, anche implementando i nostri investimenti sugli impianti sportivi. Sull’impiantistica sportiva ci stiamo già concentrando, sicuramente la candidatura ci consentirebbe, immagino, di avere fondi per migliorare la situazione degli impianti. Tuttavia stiamo appostando fondi in bilancio, lo abbiamo fatto per il 2022 e lo faremo per il 2023, per manutenere gli impianti che sono più malandati e ce ne sono tanti».
L’eventuale assegnazione alla città partenopea dell’autorevole titolo di Capitale Europa dello Sport potrebbe trascinare con sè, ad effetto domino, anche una ricaduta importante in termini di immagine, dando a Napoli evidenzia Gaetano Manfredi la «possibilità di portare qui tanti eventi sportivi nazionali e internazionali ma anche sotto il profilo dell’economia consentendoci, inoltre, di avviare un percorso, che stiamo già mettendo in campo, con enti nazionali come il Credito sportivo e Sport e Salute per realizzare investimenti sulla città e fare in modo che ci sia l’attivazione di nuovi grandi progetti perché la città ha bisogno di impianti e di ulteriori investimenti».
Sul tema delle strutture sportive è intervenuto anche il presidente regionale del Coni Campania, Sergio Roncelli, ribadendo che c’è ancora tanta strada da fare in tal senso: «È vero che molte manifestazioni avranno gli impianti naturali di Napoli – dice Roncelli citando le regate veliche nel Golfo e il beach rugby che si terrà sul lungomare Caracciolo – ma la politica deve anche risolvere il problema delle strutture».
Fonte: news.google.com