
Il dirigente rossonero parla dal palco del Festival dello Sport di Trento: “Sono realista ma anche molto sognatore, sarà perché ho le radici in questo club ma sento di essere il garante del progetto rossonero. Il mio nome fondamentale nelle trattative? È un vantaggio, ma la differenza la fa la storia del Milan. Con i giocatori ho un rapporto padre-figlio. De Ketelaere? Serve tempo, ma non abbiamo dubbi. Siamo più forti dello scorso anno”
A tutto Paolo Maldini. Il responsabile dell’area tecnica del Milan ha parlato dal palco del Festival dello Sport di Trento, affrontando diversi argomenti. “Io sono molto realista ma anche molto sognatore. E sognare di arrivare al risultato massimo è una cosa che trasmette fiducia. Per questo a Natale mandai quel messaggio a Gordon Singer dicendogli che avremmo vinto il campionato. Non ero sicuro di vincere lo scudetto ma c’erano le potenzialità. A gennaio in realtà non avevamo budget per fare mercato, poi la Juve ha preso Vlahovic, l’Inter Gosens e allora un piccolo budget venne fuori ma a quel punto dissi ‘Non lo voglio, siamo già forti così'”. Il dirigente del Milan racconta: “Quando cerchi di prendere un giocatore le difficoltà sono varie, perché devi raccontare un progetto che è diverso dall’epoca Berlusconi. Ma devi quindi raccontare un progetto credibile e comunque vincente. Nel mio ruolo mi piace sentirmi un po’ garante del progetto, è una cosa che sento, perché io le radici le ho e sono anche molto forti”. Il nome Maldini elemento importante nelle trattative, ma non solo: “Quando parlo con un giocatore parto con questo vantaggio in effetti. Ma non è solo dovuto alla storia della mia famiglia, il vantaggio è anche essere legato a un club che è stato grande per tanti decenni, ha una storia che si presenta da sola”
“De Ketelaere? Serve tempo, ma non abbiamo dubbi”
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Maldini svela alcuni retroscena. “Tutti pensano che il mio primo acquisto sia stato Theo Hernandez, in realtà il primo acquisto reale è stato Krunic. Poi sono andato a Ibiza da Theo e con lui cercato di usare parole che userei con mio figlio. Un po’ lo sento questo rapporto padre-figlio con i calciatori. Offerte indecenti? Sì, mi è capitato di dire a un club straniero ‘non vi presentate neanche’ (per Theo, ndr). Il dirigente del Milan aggiunge: “Il mercato è dinamico, prima di De Ketelaere abbiamo provato a prendere Botman che avrebbe esaurito il budget e ci avrebbe portato su altri calciatori per la trequarti. A questo punto del nostro cammino non dobbiamo prendere giocatori medi, ma di grande prospettiva e Charles è uno di questi. C’è bisogno di tempo, lo so che tifosi e media non aspettano, ma noi dobbiamo aspettare. Pensate ad esempio ai primi sei mesi in Italia di Platini. Su Charles lui abbiamo pochissimi dubbi”.