
Mercoledì scorso è stata superata la soglia di 100 mila migranti sbarcati in Italia nel 2022, tornando così ai tempi degli arrivi in massa fra il 2016 e 2017. L’ultimo report del Viminale, aggiornato al 23 dicembre, registra 101.127 sbarchi, un numero superiore al totale dei due anni precedenti. La metà proviene dalla Libia. Ma attenzione: i migranti soccorsi quest’anno sulle navi delle Ong risultano, al 23 dicembre, 11.362: cioè l’11,2% del totale. E gli altri? A Ferragosto 2022, il ministro dell’Interno del governo Draghi, Luciana Lamorgese, aveva fornito i dati generali: ebbene, il 53% delle persone era sbarcato autonomamente; il restante 47% era stato soccorso da Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Frontex, navi mercantili. E di questo 47%, appena il 16% era a bordo di navi umanitarie. Ora il dato è calato ulteriormente ma le Ong denunciano «la manovra» del nuovo governo, che nelle ultime settimane starebbe puntando a rendere loro insostenibile il costo dei soccorsi, attraverso l’indicazione di «porti sicuri» sì, ma molto distanti dalle aree di salvataggio nel Canale di Sicilia: la Life Support di Emergency mandata a Livorno, la Geo Barents di Medici senza frontiere a Salerno, la Rise Above della tedesca Mission life line a Gioia Tauro.
La tensione così resta altissima, dopo il braccio di ferro andato in scena il mese scorso con la Francia (la Ocean Viking di Sos Méditerranée costretta a virare verso Tolone) e le polemiche per lo «sbarco selettivo» dalla tedesca Humanity 1, autorizzato a Catania a novembre dal ministro Piantedosi soltanto per i migranti più fragili, con il «carico residuale» destinato a rimanere a bordo.
27 dicembre 2022 | 07:23
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