Lupo vichingo è il film horror norvegese disponibile su Netflix. Protagonisti ne sono un’adolescente con un rapporto complicato con la madre e un lupo mannaro mai visto così pauroso al cinema.
Dal 3 febbraio Netflix propone il film horror Lupo vichingo diretto dal regista Stig Svendsen. Salutato come il primo film norvegese sui lupi mannari, Lupo vichingo si insinua in una lunga scia di film horror che ha i suoi capisaldi in titoli come Un lupo mannaro americano a Londra o Wolfman.
La trama del film Lupo vichingo
Il film Netflix Lupo vichingo ha per protagonista la diciassettenne Thale (Elli Müller Osborne). La giovane si è appena trasferita da Oslo nella piccola cittadina di Nybo con la madre poliziotta Live (Liv Mjönes), il patrigno Arthur (Vidar Magnussen) e la sorellina Jenny (Mia Fosshaug Laubacher).
Una sera, Thale viene invitata a una festa, dove con Jonas (Sjur Vatne Brean) assiste a una brutale aggressione ai danni della coetanea Elin (Silje Øksland Krohne), senza vedere tuttavia chi o cosa è stato. Live e lo sceriffo Eiler (Øyvind Brandtzæg) cominciano le loro indagini e, con l’aiuto del veterinario William (Arthur Hakalahti), trovano indizi che indicano come dietro l’aggressione potrebbe esserci un grosso lupo.
Allo stesso tempo, però, Thale inizia a sperimentare strane cose al chiaro di luna, segno che il pericolo per gli abitanti di Nybo non è affatto finito.

Un lupo da paura
Lupo vichingo, il film offerto da Netflix, comincia con un prologo su come i Vichinghi abbiano introdotto il lupo del titolo in Norvegia circa mille anni fa. Da quel momento in poi la storia si trasporta nel presente per mostrarci la galleria di personaggi che vivono a Nybo, una cittadina come tantissime altre in cui tutto scorre calmo e pacifico fino a quando l’orrore non si scatena. Là dove altri titoli sui lupi mannari hanno cercato di prendersi poco sul serio giocando quasi sempre con l’ironia o un’involontaria comicità, Lupo vichingo fa sul serio mostrando quanto la presenza della creatura porti dolore, perdita e senso di angoscia. E ciò fa sì che chiunque dia peso e credibilità a quanto avviene in scena.
Ogni scelta fatta dai personaggi ha senso. A differenza di quanto solitamente avviene in tanti horror che ci fanno sbuffare per la prevedibilità o l’illogicità di certe azioni, in Lupo vichingo tutto ha un perché a partire dal comportamento di Thale. La protagonista diciassettenne ha una relazione particolarmente tesa con la madre. È una ragazza ribelle che non è particolarmente contenta di vivere in un piccolo centro come Lybo, dandone la colpa alla madre. Con il patrigno ha invece un rapporto diverso: l’uomo è molto più flessibile e meno rigoroso di Live.
E quando finalmente il lupo vichingo del film Netflix si mostra la paura cresce grazie a un buon uso della CGI e degli effetti speciali, che ben ricreano il clima di mistero e persistente inquietudine. Per gran parte del film, la bestia si muove nell’oscurità della notte ed è difficile vederlo in tutta la sua grandezza. Tale espediente narrativo accresce il pathos e amplifica il terrore. Ma forse più che di horror dovrebbe parlarsi di un buon thriller.
Lupo vichingo: Le foto del film
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