L’ornitorinco è sicuramente uno degli animali più curiosi nei quali ci si può imbattere: si tratta di un mammifero semi-acquatico, unico rappresentante della propria famiglia e del proprio genere di appartenenza. Il nome scientifico è Ornithorhynchus anatinus, con il primo termine composto da due parole greche: òrnis, che significa ‘uccello’, e rhýnchos, che è invece traducibile con ‘muso’, in un riferimento abbastanza palese alla particolare conformazione fisica. Per quanto riguarda anatinus si tratta di un termine che viene dal latino e nello specifico dalla parola anas, ‘anatra’.
L’elemento più noto e particolare dell’ornitorinco è sicuramente il suo particolare aspetto, che presenta più ‘parti’ che solitamente associamo ad altri animali: proprio per questo è anche conosciuto con il soprannome pittoresco di ‘animale puzzle’. Ma le curiosità non finiscono qui: sapete ad esempio che è una delle cinque specie rimaste al mondo a deporre le uova nonostante sia un mammifero? Andiamo ad approfondire questa caratteristica biologica e tutti gli altri aspetti del bizzarro ornitorinco.
Ornitorinco: caratteristiche fisiche
Le caratteristiche fisiche dell’ornitorinco sono sicuramente il suo punto forte: presenta infatti un muso largo e duro che ricorda in maniera straordinaria quello di un’anatra, con cui ha ‘in comune’ anche le zampe palmate. La coda invece rimanda a quella di un castoro mentre è molto simile alla lontra per quanto riguarda la forma del corpo e la pelliccia che lo ricopre. A proposito di pelliccia: il colore è nella quasi totalità marrone ad eccezione della zona ventrale dove assume una tinta grigio-argentea; è formata da lunghi peli setosi che aiutano l’animale a proteggersi dal freddo e la consistenza è morbida e impermeabile.
La temperatura corporea è un altro punto interessante da approfondire. Infatti l’ornitorinco, nonostante sia un mammifero, presenta una temperatura di 32° rispetto ai canonici 38° della classe di cui fa parte. Le dimensioni di questo animale si aggirano intorno ai 40 cm con la coda di circa 15 cm: la specie è caratterizzata da un dimorfismo sessuale che premia gli esemplari maschili, più grandi di circa un terzo rispetto alle femmine.
Un’altra curiosità riguarda il fatto che i cuccioli nascono con i molari a tre cuspidi, una caratteristica tipica dei mammiferi: tuttavia crescendo l’ornitorinco li perde misteriosamente. Condivide invece con i pesci e gli uccelli la presenza della cloaca, ossia di un unico buco in fondo all’intestino dove depone le uova e confluiscono le feci.
Ornitorinco: abitudini e habitat
L’ornitorinco è un animale notturno e passa molto del suo tempo in acqua: abita i piccoli corsi d’acqua e i fiumi dell’Australia orientale, la zona di cui è endemico. Quando nuota, attività in cui eccelle, chiude gli occhi e si affida totalmente agli altri sensi spingendosi con le zampe anteriori e cambiando direzione con quelle posteriori e con la coda. Quando si trova a terra invece il movimento di questo animale è molto meno fluido: dalle zampe fuoriescono unghie che lo aiutano nel movimento e nella costruzione della propria tana sulla terraferma.
L’ornitorinco è estremamente territoriale e solitario: si muove da un minimo di mezzo chilometro a un massimo di sette per mappare la propria area e non si sovrappone mai ad un altro esemplare. Ha una discreta longevità, arrivando a vivere fino a 17 anni nel suo habitat naturale.
Alimentazione e riproduzione dell’ornitorinco
Di cosa si nutre l’ornitorinco? La sua dieta si compone essenzialmente di prede di piccole dimensioni come ad esempio pesci, larve, gamberetti e vermi che trova nei corsi d’acqua e dei quali si ciba attraverso il proprio becco privo di denti. Una cosa interessante è che l’ornitorinco è in grado di utilizzare l’elettrolocazione: in sostanza è in grado di rilevare l’attività elettrica di ciò che lo circonda e questa abilità lo aiuta a cacciare le proprie prede.
Per quanto riguarda la riproduzione l’ornitorinco ha la particolarità di deporre le uova (nello specifico da una a tre) pur essendo un mammifero. Queste vengono incubate per una decina di giorni e i piccoli, una volta nati, vivono una prima fase dove sono estremamente dipendenti dalla figura materna.
Il veleno dell’ornitorinco
Una cosa che forse non tutti sanno è che l’ornitorinco è un animale velenoso, ma questo vale solamente per gli esemplari maschili. In ognuna delle zampe posteriori si trova infatti uno sperone cavo direttamente collegato ad una ghiandola velenifera: lo scopo è quello di difendersi dai predatori che lo attaccano e di prevalere nelle lotte con i suoi simili per il controllo di un territorio. Nell’uomo gli effetti del veleno dell’ornitorinco non sono troppo pericolosi ma bisogna comunque fare attenzione perché ad oggi non esiste un antidoto: in generale si prova un forte dolore che può durare anche settimane. Agli animali più piccoli invece va decisamente peggio, poiché possono restare paralizzati o anche morire.
Fonte: news.google.com