
Non esiste film in cui, per alleviare lo stress, protagonisti e comparse non ricorrano a pugni e calci sferrati contro sacchi da boxe appesi al centro di una stanza o insegnanti debitamente protetti in ogni parte del corpo. La disciplina mostrata dallo schermo prende il nome di kick boxing, un’arte marziale tutto sommato recente nata dal punto d’incontro tra pugilato e karate che abbina i movimenti dell’uno e dell’altro sport creando uno stile di combattimento completo e davvero full body. Vediamo allora la sua storia, le tecniche previste dal regolamento e tutti i benefici che è in grado di regalare al corpo durante un solo allenamento.
La storia della kick boxing
Nonostante il primo torneo ufficiale sia stato organizzato solo nel 1974 negli Stati Uniti, le origini della kick boxing sono più antiche di almeno una quindicina d’anni: è nel Giappone degli anni Sessanta, infatti, che nuove tecniche di combattimento da affiancare al karate hanno iniziato a essere sperimentate. Prendendo spunto dal muay thai thailandese, dal sambo tipico russo, dal savate dei nostri cugini francesi e dal taekwondo coreano, i giapponesi ebbero l’idea di dare alla loro arte marziale una virata più spettacolare, consentendo il pieno contatto tra gli sfidanti. Dopo aver affiancato le tecniche di pugno tipiche della boxe a quelle di calcio caratteristiche del karate, poco alla volta prese forma un nuovo sport che l’arte di saper fare intrattenimento tipica americana rese famoso tra anni Ottanta e Novanta. Ancora oggi la sua diffusione sembra non voler dare segni di cedimento: tra giugno e luglio 2023 questa disciplina farà la sua prima comparsa ai Giochi Europei di Cracovia e la federazione internazionale conta di convincere il CIO a rendere la kick boxing sport olimpico molto presto.
Le tecniche della kick boxing
Come detto, i colpi che è possibile eseguire nella kick boxing riguardano sia i pugni che i calci e le tecniche stabilite dal regolamento ufficiale sono molteplici. Circa i primi, ad esempio, è possibile eseguire dei diretti, con il braccio perfettamente steso in avanti, dei ganci, ossia pugni sferrati mantenendo il braccio piegato, e i montanti, ovvero colpi dal basso verso l’alto. I fondamentali di calcio invece sono: il calcio frontale, che colpisce l’avversario con piede o tallone portando la gamba prima al petto e poi in avanti; il calcio laterale, che – seguendo il movimento appena descritto – usa il taglio del piede; il calcio rotante, in cui la gamba effettua un movimento circolare; il calcio girato, con il corpo che compie una rotazione completa; il calcio incrociato, per colpire il volto dell’avversario con un movimento laterale; il calcio ad ascia, che – al contrario – sferra l’attacco dall’alto verso il basso; il calcio ad uncino, che colpisce con la pianta o con il tallone. A tutte queste, inoltre, si aggiungono infinite combinazioni di singoli fondamentali e le varianti saltate che, appunto, prevedono l’esecuzione del gesto in volo.
Le discipline e gli stili della kick boxing
Una varietà così impressionante di fondamentali trova riscontro anche nel numero di diverse discipline che, rimanendo nel campo della kick boxing, è possibile praticare: queste si dividono in versioni da tatami a contatto leggero e stili da ring a contatto pieno. Per quanto riguarda i primi, esiste il point fighting che, attraverso un sistema di punti, prevede il combattimento non continuato ed è quello che più assomiglia al karate tradizionale; ci sono poi il light-contact (che, senza mai interrompere il match, premia la pulizia tecnica e le esecuzioni) e il kick-light (che ammette calci diretti alla porzione interna ed esterna della coscia e, dunque, sotto la cintura).
Sul ring esiste invece il full-contact, la combinazione perfetta tra boxe e karate in cui è prevista anche la vittoria per K.O.. Accanto a questa variante – che, in realtà, è quella più famosa, spettacolarizzata e praticata – esistono poi la low-kick (ovvero, con l’aggiunta dei calci bassi) e il K-1 Rules (nato con l’intento di far gareggiare esperti di karate, muay thai e taekwondo secondo un regolamento comune).
Perché praticare kick boxing: i benefici
Combinando movimenti di braccia e gambe, la kick boxing è un’arte marziale completa che, oltre a insegnare un’efficace tecnica di difesa personale, permette di stimolare tutto il corpo senza dimenticare neanche un distretto muscolare. Lo sforzo fisico è infatti notevole e porta a un consumo calorico importante: è l’ideale, dunque, per chi ricerca una valvola di sfogo che, allo stesso tempo, asciughi il fisico e lo definisca. Al contempo, la kick boxing migliora la resistenza, la velocità, la reattività agli stimoli e costringe ad assumere posizioni che, grazie all’equilibrio precario, rafforzano articolazioni come caviglie, ginocchia e anche. Senza contare, poi, i più classici risvolti positivi sulla psiche tipici di tutti gli sport: allenarsi, infatti, produce endorfine, genera sensazioni di benessere e permette di staccare completamente da lavoro e incombenze per qualche ora alla settimana.
Fonte: esquire.com