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Il ministro Zangrillo: «Lo smart working? Un’opportunità. E poi dobbiamo assumere nei Comuni»

Il ministro Zangrillo: «Lo smart working? Un'opportunità. E poi dobbiamo assumere nei Comuni»

Mancano almeno 15mila professionisti nella pubblica amministrazione. Il rischio è che i progetti del Pnrr non vengano portati a termine, preoccupato?

«No, perché il Dipartimento, in linea con il cronoprogramma tracciato, ha già profuso uno straordinario sforzo nelle attività di reclutamento per le professionalità utili all’attuazione del Pnrr, con l’assunzione di circa mille esperti e di 2.800 tecnici – risponde Paolo Zangrillo, ministro per la pubblica amministrazione –. Intensificheremo ulteriormente questo impegno, ricorrendo ad assunzioni ordinarie e straordinarie, oltre al conferimento di incarichi professionali a valere sulle risorse dello stesso Pnrr e all’ulteriore potenziamento delle attività di assistenza tecnica».

Non crede però che sarebbe necessario attrarre almeno una parte dei nostri migliori connazionali all’estero?

«Mi permetta però, l’immagine di una Pa lenta e inefficace è fuorviante, descrive una realtà che non tiene conto delle grandi professionalità che lavorano al servizio del Paese. La buona amministrazione esiste, ma rimane ancora troppo nascosta. Stiamo lavorando a percorsi di selezione, di formazione e di valorizzazione professionale in grado di attrarre le migliori competenze. Vogliamo fare della PA un’opportunità anche per le nuove generazioni».

Sarebbe favorevole ad una serie di call to action per profili di alto livello anche in deroga al tetto degli emolumenti della Pa?

«Ogni iniziativa volta a migliorare la pubblica amministrazione, e quindi i servizi erogati a cittadini e imprese, è la benvenuta. Attenzione, però, a non pensare che l’erba del vicino è sempre più verde. Le eccellenze in Italia ci sono, si tratta di reclutarle e valorizzarle nel modo giusto. Un primo passo è stato compiuto attraverso il Portale unico inPA, uno strumento digitale, obbligatorio per tutte le assunzioni. Il bando per il nuovo corso-concorso della Sna per la selezione di 352 allievi dirigenti prevede per la prima volta criteri in grado di valutare oltre alle nozioni tecniche anche capacità manageriali, attitudini e motivazioni individuali. Un altro modo per individuare i profili giusti da inserire nelle pubbliche amministrazioni. Superiamo, anche grazie alla digitalizzazione, le vecchie logiche di accesso al pubblico impiego».

Turn over, a che punto siamo?

«Sono state previste nel 2023 156.400 assunzioni, poco meno delle 157.600 del 2022. Stiamo parlando di due anni che passeranno alla storia come quelli di maggiore espansione della Pa per le assunzioni previste dal Pnrr, per un totale di circa 14mila posti messi a bando. A fine novembre, solo per citare uno dei primi risultati di questi mesi, ho firmato il decreto per l’avvio delle procedure di reclutamento di oltre 11 mila unità di forze di polizia e di vigili del fuoco. La stessa Legge di Bilancio prevede alcune migliaia di assunzioni: mille per la polizia penitenziaria entro il 2026, ad esempio, 800 per il ministero di Giustizia, 520 per il ministero degli Esteri, 300 per quello dell’Agricoltura».

Archivierete la Spid e l’app Io che però è stata scaricata col Covid da milioni di persone? Non sarebbe più utile scommettere sul portale Pagopa?

«Nessuna archiviazione di ciò che funziona. Quella della trasformazione digitale è una delle prime grandi sfide che abbiamo di fronte. L’obiettivo è quello di migliorare il rapporto tra pubbliche amministrazioni, cittadini e imprese utilizzando servizi digitali all’avanguardia, come lo Spid. Per questo vogliamo ampliare gli strumenti a disposizione dei nostri utenti e, laddove possibile, migliorarli. Abbiamo di fronte anche le opportunità dei fondi del Pnrr, sono occasioni che dobbiamo sfruttare al massimo e al meglio».

Il suo collega Guido Crosetto ipotizza di licenziare chi nel pubblico impiego blocca gli appalti per timori di danni erariali: come superare il cosiddetto sciopero della firma?

«Io non penso che ci siano funzionari che dolosamente bloccano le opere, che pongono degli ostacoli agli appalti, semmai c’è un tema di responsabilità. Dobbiamo lavorare su due fronti: far crescere la consapevolezza delle responsabilità che devono assolvere, riformando però anche la normativa sull’abuso di ufficio. E poi misurare correttamente le performance delle persone della Pa, instillando la cultura del risultato e del merito. Una organizzazione che vuole essere attrattiva verso i talenti, non può rinunciare a premiare il merito».

Sul lavoro agile nella Pa non pensa che sia un’opportunità per far lavorare anche dall’estero e da remoto i talenti che abbiamo?

«Dobbiamo lavorare sulla valorizzazione del capitale umano, facendo ricorso ad ogni strumento utile disponibile. Il lavoro agile offre delle oggettive opportunità. Deve essere adottato però con determinati presupposti. Bisognare avere obiettivi quantificabili, misurare la produttività del personale senza far scendere le performance verso il cliente finale, che è il cittadino. Ho avviato un gruppo di lavoro al ministero per raccogliere le migliore idee che abbiamo».

Non crede che ci sia bisogno di un’agenzia esterna per valutare gli statali in maniera efficace senza possibili conflitti di interesse? Perché non dare la possibilità al cittadino di esprimere una valutazione in maniera anonima sull’operato di chi lavora negli uffici di attenzione al pubblico?

«Lei sa che ho lavorato molto tempo in aziende private e multinazionali. Non ho mai conosciuto organizzazioni che ricorrono ad soggetti terzi per la valutazione del capitale umano. Non vedo per quale ragione dovremmo affidare all’esterno la valutazione di quello che facciamo. Le performance si valutano all’interno: i dirigenti devono essere consapevoli del fatto che non basta solo la competenza tecnica-amministrativa, ma devono essere anche gestori di risorse umane, capaci di misurare le performance del personale identificando punti di forza e debolezza e favorendo percorsi di crescita. Accarezzo invece l’idea di una valutazione da parte dell’utenza. Non dobbiamo dimenticare che quello che facciamo ha senso se poi i cittadini e le imprese ne colgono il valore».

Quali azioni prevedete per un maggiore dialogo con gli enti territoriali?

«Ho una grande sensibilità su questo. Ho lavorato a stretto contatto con sindaci, segretari comunali. La Pa non è solo amministrazioni centrali e ministeri ma è soprattutto gli enti territoriali. Abbiamo l’obiettivo di semplificare 600 procedure amministrative col Pnrr, per questo serve un livello di condivisione adeguato con i territori. Un dialogo diretto che il 9 gennaio parte da Perugia con ‘Facciamo semplice l’Italia’, un percorso lungo il Paese per incontrare le amministrazioni locali e ascoltare da loro le aree di miglioramento. E’ sui territori che si svolge l’azione amministrava ed è da lì che dobbiamo partire».

Pensa che una campagna di ascolto sia sufficiente per mettere a terra gli obiettivi del Pnrr? Sono state previste misure ad hoc in manovra per i piccoli comuni?

«Uno dei temi centrali, già condiviso con l’Anci, riguarda i segretari comunali, una figura centrale nelle amministrazione locali. Solo il 10% dei comuni con meno di 5mila abitanti ne ha uno. E’ una grande criticità su cui siamo intervenuti con un primo intervento in Manovra, dove sono previste risorse per consentire ai Comuni di dotarsi delle risorse necessarie per far funzionare la macchina amministrativa».

Perché non usare i 660mila occupabili del Reddito di Cittadinanza?

«Auspico che ci sia la possibilità di mettere a disposizione delle amministrazioni anche alcuni di loro ma vanno opportunamente formati coinvolgendo anche le agenzie private del lavoro. Per migliorare l’ incrocio tra domanda e offerta non possiamo focalizzarci solo sui centri pubblici per l’impiego perché così ci illudiamo, ci vorrebbero anni e miliardi. Serve una partnership con le 2500 agenzie private che hanno network e competenze consolidate. La partnership pubblico/privato è una opportunità da valutare sempre, con pragmatismo e senso di responsabilità».

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Fonte: news.google.com

Doroteo Cremonesi

Affascinato dal progresso, dalla tecnologia e dall'energia, amante delle automobili

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