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I milioni di Gunther: Su Netflix la docuserie sul pastore tedesco che ha ereditato 400 milioni di dollari

Approda su Netflix la docuserie in quattro puntate I milioni di Gunther, la storia di un pastore tedesco con un’immensa eredità lasciata da una contessa tedesca. Ma i soldi non fanno la felicità, come dimostra la parabola di Maurizio Mian, l’italiano chiamato a gestire il patrimonio.

Debutta il 1° febbraio su Netflix la docuserie I milioni di Gunther, quattro puntate da un’ora che raccontano una storia tanto vera quanto incredibile. Il presupposto da cui parte è abbastanza semplice: il denaro, soprattutto quanto è tanto, può complicare ogni cosa. Se poi in ballo ci sono una contessa tedesca, una squadra di sexy italiani, un eccentrico baffuto e un pastore tedesco con un’eredità da 400 milioni di dollari, tutto diventa ancora più paradossale e difficile.

La trama della docuserie I milioni di Gunther

Il multimilionario Gunther VI vive nel lusso. Viaggia su aerei privati, mangia bistecche con scaglie d’oro a cena e si circonda di modelle e influencer. Sembra un playboy dei giorni nostri ma è solo un cane, un pastore tedesco per la precisione. Secondo la leggenda, il bisnonno di Gunther era originariamente di proprietà di una misteriosa contessa il cui figlio morì misteriosamente. Rimasta senza eredi, la contessa lasciò la sua considerevole fortuna al cane e ne affidò le cure all’amico più caro del figlio, l’italiano Maurizio Mian, rampollo del settore farmaceutico e aspirante impresario.

Comincia così la docuserie Netflix I milioni di Gunther, che ricostruisce gli ultimi trent’anni di vita di Mian. L’italiano ha costruito nel tempo un impero operando per conto del suo boss Gunther. Un impero fatto di acquisizioni immobiliari, controversi esperimenti sociali e la più grande frode fiscale di tutti i tempi. Quella di Gunther è una favola tanto bella quanto bizzarra e naturalmente sono tante le domande che non trovano risposta.

Maurizio Mian e Gunther.
Maurizio Mian e Gunther.

Con un’indagine senza precedenti, i produttori esecutivi Aurelien Leturgie ed Emilie Dumay attraversano il mondo alla ricerca di risposte, ottenendo l’accesso ma materiali mai visti prima e tenendo conversazioni, a volte scioccanti, con Mian e il resto dei suoi soci nella speranza di capire quale complicata verità si celi dietro Gunther, l’animale domestico più ricco del mondo.

I milioni di Gunther è la storia di un cane ricco e della sua eredità. Il cane è un pastore tedesco ma rappresenta un concetto, un’ideologia e uno stile di vita. Ma è anche una storia di manipolazione dei media e di ricerca della felicità.

Il poster della docuserie I milioni di Gunther.
Il poster della docuserie I milioni di Gunther.

Un influencer ante litteram

La storia raccontata dalla docuserie Netflix I milioni di Gunther è nota da oltre due decenni, eppure nessuno ne ha mai analizzato seriamente la portata e le conseguenze. “Mi sono trasferito a Miami nel 2000 e mi ricordo di aver sentito in quell’occasione per la prima volta la storia del cane che aveva acquistato la villa di Madonna”, ha ricordato Aurelien Leturgie. “Era una di quelle notizie riportate dalla scampa locale, l’ho trovata bizzarra ma è scemata pian piano, nessuno ne ha parlato: non c’erano ancora i social media ad amplificare tutto. La storia mi è ricapitata per caso sotto mano due anni fa e questa volta il mio interesse è voluto andare oltre”.

Com’era possibile che il cane gestisse i soldi? Come prendeva decisioni? Chi si celava dietro lui e da quali intenti era mosso? Sono state queste le prime domande che i filmmaker della docuserie Netflix I milioni di Gunther si sono posti. “Gestire un’eredità per garantire il benessere di un cane potrebbe essere normale e sacrosanto”, ha aggiunto Emilie Dumay. “Ma quando il cane comincia ad acquistare ville e gestire affari proprio normale non è. C’è sicuramente qualcuno dietro e noi volevamo capire chi”.

Ma capire chi non è stato semplice. La storia di Gunther affonda le sue radici in un momento in cui internet era qualcosa di molto diverso da oggi e reperire i documenti necessari non era all’ordine del giorno. “È stato come sbucciare una cipolla: ogni giorno spuntava qualcosa di nuovo. Siamo entrati nella vicenda senza sapere molto. Abbiamo incontrato Maurizio Mian e la sua ex moglie (e socia in affari) Carla e con loro abbiamo instaurato un rapporto di reciproca fiducia. Maurizio era stato contattato in passato da altri ma erano quasi tutti interessanti a un pezzo di colore sul cane e sulla sua vita. Noi invece siamo stati onesti e abbiamo espresso il nostro desiderio di conoscere la storia per intero”, hanno sottolineato Leturgie e Dumay.

“Siamo andati in Europa con nulla e siamo tornati a casa con una serie di interviste (tra gli intervistati c’è anche Fabrizio Corona, ndr), un sacco di girato e due valigie piene di materiali di archivio: videocassette, giornali, clip (molte in italiano) e altri reperti relativi al periodo che Mian e Gunther hanno trascorso a Miami. Nelle interviste, non siamo stati teneri. Abbiamo posto domande sull’origine dei soldi, sulla contessa, sull’evasione fiscale e via dicendo. Ecco perché ci sono diversi alti e bassi, alcuni in cui Maurizio e Carla si fidano e altri in cui alzano muri, come quando lui ci dice che non vuole approfondire troppo la storia della contessa”.

Ciò che pian piano emerge dalla docuserie Netflix I milioni di Gunther è come Maurizio Mian fosse per certi versi avanti con i tempi. Potremmo quasi definirlo un influencer ante litteram. “Ha vissuto nel momento storico sbagliato”, ha concluso Dumay. “Se avesse fatto tutto oggi, sarebbe una star dei social. Ha cercato di imporre uno stile di vita, ha pensato di creare uno show televisivo, ha realizzato diversi video promozionali e ha cercato la fama. Peccato però che, vista l’epoca, è rimasto confinato alle notizie locali. Oggi gli sarebbe andata diversamente. I soldi non possono comprare la felicità e Maurizio ne è la prova vivente”.

I milioni di Gunther: le foto della docuserie

Riproduzione riservata

Fonte: news.google.com

Doroteo Cremonesi

Affascinato dal progresso, dalla tecnologia e dall'energia, amante delle automobili

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