
CHE GRAN PROBLEMA, IL SOUND – Al netto dei tanti “cortocircuiti” della rivoluzione “verde” che, tra mille difficoltà (dai prezzi ancora proibitivi delle auto a pile ai problemi alle batterie, alle difficoltà di ricarica) sta cambiando come mai accaduto finora il volto della nostra mobilità, ai motori a corrente va riconosciuto un indubbio vantaggio: da un punto di vista della potenza e delle prestazioni pure, grazie a un’efficienza di funzionamento e a una semplicità costruttiva maggiore rispetto ai tradizionali propulsori a pistoni, assicurano grossi vantaggi ai costruttori. Quelli di supercar, però, devono più di tutti gli altri fare i conti con un “problemino” non indifferente: l’inevitabile perdita del rombo sprigionato dai grandi e potenti motori a benzina. I quali, almeno secondo l’attuale disegno dei vertici dell’Ue sul tema ambiente e cambiamento climatico, rischiano di estinguersi quasi del tutto nel giro dei prossimi 10-15 anni.
C’È GIÀ IL BREVETTO – Come fare, quindi, per rompere il silenzio di un motore elettrico, e continuare a far fare la “voce grossa” ad auto da sogno che proprio in virtù del potente suono proveniente dai loro grossi “cannoni” di scarico riescono a stregare gli appassionati? Un’idea interessante, a tal proposito, arriva dalla Ferrari. Stando alle ultime indiscrezioni provenienti dal sito Carbuzz, che le raccolte dopo aver analizzato un documento depositato presso l’US Patent and Trademark Office (USPTO), l’organismo amministrativo incaricato di rilasciare i brevetti ed i marchi depositati negli Stati Uniti, la casa di Maranello starebbe studiando un sistema innovativo per regalare ai suoi futuri modelli a pile un rombo che sia in grado di non far rimpiangere troppo il ruggito glorioso dei cavallini a benzina.
> Nella foto qui sopra una parte della gamma attuale della Ferrari.
NIENTE GENERATORI DI SUONO – Ma in cosa consiste, in pratica, il sistema con cui la Ferrari sta cercando di creare una “voce” ai motori elettrici che potrebbero equipaggiare le Rosse del futuro? Innanzitutto, c’è una prima, importante differenza rispetto agli escamotage già ampiamente utilizzati da tante case automobilistiche, che consistono in generatori di suono più o meno fedeli nell’imitare la timbrica di un motore a combustione. A Maranello, in sostanza, hanno preferito lasciar perdere i tradizionali altoparlanti che generano un rumore artificiale, preferendo ragionare su come estrarre le “note giuste” direttamente dai movimenti connessi al funzionamento dei motori elettrici e dei vari ingranaggi della trasmissione.
UN SUONO VERO – Il primo step consiste nel misurare le frequenze di risonanza del motore, del differenziale e persino delle ruote; solo a quel punto interviene un amplificatore in grado di diffondere con adeguata potenza i suoni generati dai vari organi meccanici. Per rendere più efficace e appagante per l’orecchio questo nuovo congegno, sul cui funzionamento non si conoscono al momento ulteriori dettagli, la Ferrari starebbe inoltre puntando su una per ora non meglio precisata “corrente di sonorità”. Erogato dal sistema elettronico di gestione del motore elettrico, il flusso di elettroni che la compone muterebbe direzione in modo tale da non interferire con il funzionamento del propulsore, con una frequenza variabile e, quel che più conta, “tarandosi” sulla velocità di rotazione del motore.
Fonte: news.google.com