Lo sport per ricordare i mali del mondo
Si tratta di dieci gemme – fuori dai circuiti di massa – che qui vengono proposte al pubblico come una preziosa testimonianza artistica in cui lo sport diventa un pretesto per aprire finestre su realtà più che mai attuali, dalla violenza sulle donne tra le mura domestiche o nello spogliatoio ai cambiamenti climatici, dall’inquinamento al disagio sociale, dalla guerra allo sfruttamento dei bambini, dalla disabilità alle minoranze etniche, dalla forza delle tradizioni culturali alle rigide società patriarcali.
In cinque declinazioni
Il tema sportivo è declinato in cinque serate a tema: Sport e Tradizione (lunedì 26 settembre), Sport e Amicizia (martedì 27 settembre), Sport e Patriarchie (mercoledì 28 settembre), Sport e Identità (giovedì 29 settembre) e Sport e Perdita (venerdì 30 settembre). Ogni serata prevede la proiezione di due film, un lungometraggio e un cortometraggio, alle 17.30 con una replica alle 20.00, seguiti da una discussione-confronto con i registi.
Atlete nella vita e nello sport
Sono le donne – non per forza famose o professioniste, ma senza dubbio atlete nello sport più difficile, quello della vita – e le loro storie davvero uniche ad essere al centro di ogni titolo: dalla ragazza indigena canadese che vuole diventare una campionessa di snowboard e soffre per l’inevitabile allontanamento dalla sua tradizione culturale (Precious Leader Woman di Cassie De Colling), alle peripezie della nazionale femminile iraniana di calcio a cinque che si aggiudica la finale degli Asian Games in Malesia e deve riuscire a uscire dal Paese nonostante il capitano non abbia il permesso firmato del marito per farlo (Cold Sweat di Soheil Beiraghi); dalla storia della due donne che per prime attraversano sugli sci la Haute Route non-stop da Chamonix a Zermatt (The Traverse di Ben Tibbetts e Jake Holland) allo sguardo intimo su come il surf cambia la vita di una ragazza dello Sri Lanka (We Are Lile Waves di Jordyn Romero).
Fonte: vogue.it