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Disastro passaporti a Torino, una città in coda dalle 3,50 del mattino. Questura: “Una psicosi, afflusso inas…

L’open day nelle sedi della Questura per il rinnovo del passaporto si è trasformato in una mission impossibile, fra centinaia di torinesi in attesa sul marciapiede, code gestite autonomamente con bigliettini fai da te davanti agli ingressi e, soprattutto, tanti cittadini che hanno dovuto tornare a casa senza aver potuto ottenere il documento. È questa la situazione che sta riguardando gran parte delle sedi, da quella del quartiere San Donato al territorio di borgo San Paolo, ma anche in via Olivero al Lingotto e corso Spezia a Nizza Millefonti. Ma anche al commissariato di Ivrea.


La coda all’ufficio passaporti Nizza Millefonti

 

Perché succede

Il punto è che non è possibile prendere l’appuntamento online, il sistema non accoglie la richiesta di prenotazione e allora l’unica alternativa è andare di persona, sfidando il freddo e puntando la sveglia la mattina presto. Per fare un esempio: stamattina alle 7,15 davanti alla Questura di San Donato c’erano circa 380 persone. «Un signore in coda, sapendo la situazione, si era premurato di distribuire dei bigliettini con i numeri stampati per gestire in modo ordinato l’attesa, ma all’apertura degli uffici ci è stato detto che sarebbero passate soltanto le prime cento persone» dicono i testimoni. Qualcuno è rimasto in coda, sperando di farcela, molti altri hanno deciso di fare marcia indietro. Di certo sta montando l’intenzione, fra i cittadini, di organizzarsi per chiedere formalmente una soluzione a un problema che si trascina ormai da troppo tempo.


Gli utenti si sono organizzati con numerini artigianali

 

Sempre questa mattina a Lingotto, nella sede di via Olivero, c’era una coda con altri 500 bigliettini autogestiti, pare che le prime cento persone siano arrivate addirittura fra le 3,50 e le 5 del mattino, pur di riuscire a rinnovare il proprio passaporto scaduto. In corso Spezia situazione analoga, con la gente in attesa e la coda che faceva il giro dell’isolato. Code, problemi e disagi che si ripercuotono sulla vita di tutti i giorni dei torinesi. Come quella di una signora con la figlia in Canada, che non riesce ad andare a trovare perché non le viene rilasciato il passaporto. Oppure il caso di un’altra signora che lavora nel Regno Unito, rimasta bloccata qui in città perché la sua azienda non provvede a rinnovarle automaticamente il documento. C’è anche chi ha già comprato un biglietto per Londra e adesso incrocia le dita, sperando di riuscire a ottenere il fatidico documento in tempo.


Ufficio passaporti di Ivrea

 

La questura: una psicosi, afflusso inaspettato

«La situazione di oggi corrisponde a una vera e propria psicosi che si è scatenata in materia di passaporti – spiegano dalla Questura – Si sono presentate persone dalle 4 di notte per mettersi in fila (e ovviamente questo esaspera ulteriormente gli animi senza che ve ne sia la necessità e non dipende certo da nostre disposizioni) in un numero stimato corrispondente a quello che normalmente gli uffici acquisiscono in un mese intero. Tutti gli sportelli disponibili nei 14 punti (pas e commissariati sezionali e distaccati) sono sempre aperti, oggi compreso con un ulteriore rafforzamento di personale, ma non ci si poteva aspettare 600 persone in coda davanti ad ogni punto».

Fonte: news.google.com

Doroteo Cremonesi

Affascinato dal progresso, dalla tecnologia e dall'energia, amante delle automobili

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