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Covid dalla Cina, a Capodichino è allarme: consigliate le mascherine

Allarme Covid dalla Cina: già ieri sera è scattata la obbligatorietà dei tamponi per tutti i viaggiatori provenienti dal paese asiatico – con voli diretti e indiretti – anche a Capodichino. Dopo l’annuncio di un’ordinanza ad hoc, dato dal presidente della Regione Vincenzo De Luca ieri mattina, a margine di un incontro ad Avellino («la situazione è allarmante. Non possiamo permetterci l’introduzione di altre varianti del virus dopo gli enormi sforzi e sacrifici compiuti negli ultimi due anni»), è poi arrivata nel pomeriggio la circolare firmata dal ministro della Salute Orazio Schillaci che ha esteso l’obbligo agli scali di tutta Italia.

Provvedimento firmato sulla scia dei risultati poco rassicuranti dei test attivati a Malpensa già dal 26 dicembre. «L’Unità Usmaf (strutture di Sanità aerea e marittima direttamente dipendenti dal Ministero della Salute) insieme al nostro personale sanitario – dichiara Ciro Verdoliva dopo una riunione fiume in Regione con il Governatore e gli altri direttori generali – è immediatamente operativa. Il protocollo d’intesa è quello già sperimentato durante l’emergenza negli anni scorsi e prevede che le unità Usmaf effettuino i tamponi col proprio personale trasmettendoli alle nostre strutture per le analisi e tipizzazioni. Se necessario daremo anche un apporto in termini di personale».

L’ordinanza di De Luca è molto chiara: «I viaggiatori in arrivo all’Aeroporto Internazionale di Napoli dalla Cina, anche attraverso scali nazionali o internazionali, sono obbligati a sottoporsi a tampone antigenico o molecolare presso i presidi sanitari allestiti all’interno dell’Aeroporto». Tutti i positivi all’antigenico dovranno fare anche un tampone molecolare e un sequenziamento per verificare di quale variante si tratti oltre che osservare l’isolamento fiduciario prescritto dalle norme. «Stiamo valutando per le quarantene di riattivare un piano del Covid Residence di Napoli est» ricorda a tal proposito il manager della Asl Napoli 1. Alle attività dell’Usmaf collaborerà anche la Gesac, ente gestore dello scalo partenopeo, e la Protezione civile regionale. Il lavoro svolto dall’Usmaf nel pieno della pandemia, in collaborazione col Cotugno e l’istituto Zooprofilattico, non è sempre stato condotto con la stessa identità di vedute. «Molte volte è capitato in passato – dice un operatore – di aver chiesto una maggiore capillarità dei tamponi invece applicati a campione ma ora che c’è l’obbligo del ministero e della Regione dovranno essere tassativamente effettuati per tutti». Nell’ordinanza regionale De Luca raccomanda alle Forze dell’Ordine di «assicurare ogni idonea misura finalizzata a garantire il rispetto del presente provvedimento». Tornano anche le raccomandazioni per i cittadini di indossare mascherine in particolare negli aeroporti e in tutti i luoghi al chiuso e affollati.

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Ma cosa sta accadendo in Cina e perché questa recrudescenza da 1 milione di casi al giorno e circa 5 mila decessi ogni 24 ore? La variante di cui si parla sarebbe la Bf7, una progenie di Omicron 5, differente dalla Cerberus che qui in Europa sta diventando dominante con sintomatologie modeste. «Questo virus va sempre preso con molta cautela – avverte Luigi Atripaldi che fino ai mesi scorsi è stato primario di Microbiologia al Cotugno e coordinatore della macchina dei sequenziamenti che fanno capo al Tigem – ci ha spesso smentito durante le varie ondate e non sempre le notizie che arrivano dalla Cina sono precise e corrette e dunque è bene procedere con cautela per evitare sorprese».

«Con le tante vaccinazioni fatte e i tanti contagi che si sono succeduti – aggiunge Alessandro Perrella infettivologo dirigente del Cotugno e già componente dell’unità di crisi regionale – sicuramente siamo più protetti. In Cina hanno usato un vaccino diverso a virus inattivato, non si sa se e quanti richiami abbiano fatto ma la questione attiene anche a diversi aspetti, non solo correlati all’efficacia del loro vaccino Sinovac. Va sempre ricordato che il virus, libero di muoversi, può ulteriormente mutare con differenti caratteristiche di fitness virale e che potrebbero destare preoccupazione nei fragili primariamente anche qui da noi. Sicuramente la sua continua presenza potrebbe essere di nuovo impattante e sarebbe una mazzata alla sanità, ai pronto soccorso e gestione della medicina di base».

Un certo incremento intanto negli ospedali si registra anche se in questo periodo a Napoli, e nelle altre province campane, a picchiare più duro è l’influenza stagionale: «Negli ultimi giorni abbiamo qualche caso in più – conclude Giuseppe Fiorentino, direttore sanitario dell’azienda dei Colli e responsabile della sub intensiva del Cotugno – e anche qualche polmonite che da un po’ non vedevamo». Lo stesso sta accadendo al Cardarelli con qualche decesso inaspettato di pazienti anziani ma sani. Comunque siamo molto lontani dai quadri drammatici delle prime ondate.
 

Fonte: news.google.com

Doroteo Cremonesi

Affascinato dal progresso, dalla tecnologia e dall'energia, amante delle automobili

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