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Castorri: “La città dello sport sarà una realtà”

di Luca Ravaglia

Siamo arrivati al momento in cui dai rendering che anticipano suggestioni sul futuro, si deve passare alle ruspe che tracciano solchi nel presente.

Assessore allo sport Christian Castorri, il 2023 sarà l’anno dei cantieri dei progetti di Cesena Sport City?

“Ci siamo. I primi passi riguarderanno due complessi per i quali sono già in corso le gare d’appalto. Entro marzo partiranno i cantieri”.

Dove?

“Nell’impianto dedicato all’atletica all’Ippodromo e nell’area di Villachiaviche dove verrà realizzata una importante struttura multidisciplinare. Le due opere insieme valgono dieci milioni di euro”.

Taglio del nastro?

“Servirà circa un anno di lavori”.

Avete creato aspettative molto alte. Ora serve essere all’altezza.

“Rilancio ulteriormente, sottolineando un aspetto non secondario. Quello legato agli importantissimi fondi del Pnrr che siamo riusciti a intercettare e che in corso d’opera ci hanno addiruttura permesso di implementare la mole di interventi che avevamo in essere. Faccio un esempio su tutti, attualissimo”.

Sentiamo.

“L’area della pista d’atletica subirà una vera metamorfosi. La pista verrà completamente rinnovata e lo stesso varrà per la tribuna, che sarà allungata e coperta. Con in più la conseguente rimodulazione degli spazi indoor da mettere a disposizione degli atleti durante i mesi invernali”.

Ogni cantiere porta disagi. Cosa succederà al mondo sportivo nei prossimi mesi?

“Dovremo essere bravi a ottimizzare le tempistiche. Resto sull’atletica: intanto che si lavorerà sulle tribune la struttura dovrà restare agibile, mentre quando toccherà alla pista, sarà necessario intervenire nel modo meno impattante possibile”.

Nel 2023 diremo anche addio all’attuale piscina comunale?

“In ballo ci sono ulteriori undici milioni di euro, che contiamo di reperire per la gran parte da fondi europei. La concessione con gli attuali gestori scadrà il 31 agosto. Serve evitare tempi morti”.

Non ci saranno due impianti affiancati, il nuovo sorgerà sulle ceneri di quello attuale, il che significa che prima di tornare a fare tuffi servirà aspettare.

“Inevitabile”.

Quanto?

“Difficile quantificare ora. E’ chiaro che servirà tempo, ma come abbiamo dimostrato con la gestione dei cantieri nelle scuole, sappiamo come muoverci. E ovviamente sappiamo che la piscina è un luogo importante per la città”.

Il vostro progetto prevede interventi anche in altre zone.

“Siamo alla finestra per quello che riguarda il comparto ’Fiorenzuola’, che dovrà svilupparsi nell’area dell’attuale campo da calcio con la realizzazione, tra le altre cose, di un una parete per l’arrampicata e di spazi dedicati al ping pong, alle freccette, al biliardo e al biliardino. Abbiamo partecipato a un bando del precedente Governo che era riservato alla sola trentina di città coinvolte nel progetto ’City branding’ del quale noi facciamo parte. Il riferimento richiesto era a spazi degradati o dismessi. Attendiamo riscontri con fiducia. Gli investimenti in quell’area valgono altri tre milioni e mezzo di euro”.

Nel frattempo c’è la manutenzione dell’esistente.

“La carne sul fuoco è molta. A breve inizieremo i lavori relativi agli impianti di condizionamento e riscaldamento della palestra della ginnastica artistica e interverremo nei campi da calcio di Villarco e Vigne che devono essere rimessi in condizione di drenare l’acqua piovana al meglio. In più ci sono gli impianti di illuminazione che stiamo man mano sostituendo nell’ottica del risparmio energetico”.

Questione Carisport.

“Abbiamo cambiato gli infissi, il prossimo passo sarà la sostituzione del parquet con contemporanea installazione di un impianto di riscaldamento a pavimento. L’intento è quello di permettere alle squadre di allenarsi ottimizzando i consumi. E i costi. In estate la gestione andrà a scadenza: vogliamo rendere il complesso appetibile per tanti usi”.

Se gli impianti sono cruciali, le società sportive che li frequentano lo sono ancora di più.

“Ormai la partita infrastrutturale è indirizzata; nella parte restante del mandato ho intenzione di dedicarmi con maggiore costanza ai rapporti coi club. Servono aggregazioni che ottimizzino costi e risorse, serve andare oltre i campanili e ragionare nell’ottica dell’interesse comune”.

I precedenti tentativi però si sono conclusi con altrettanti nulla di fatto.

“Nei prossimi mesi molte gestioni di impianti andranno a scadenza; penso per esempio a quelli nell’area Ippodromo. Nella mia visione c’è l’idea di favorire aggregazioni tra realtà che praticano la stessa disciplina, ma lo stesso tipo di approccio può valere anche tra chi si trova a operare nella stessa area. I vantaggi sono evidenti, è impossibile non rendersene conto”.

Fonte: news.google.com

Doroteo Cremonesi

Affascinato dal progresso, dalla tecnologia e dall'energia, amante delle automobili

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