
Giovanni Samarini //WILSONMAKES//
Bassano del Grappa, 42mila abitanti in provincia di Vicenza, è un gioiello nascosto. Difficilmente figura tra gli itinerari turistici degli stranieri in visita in Italia, ma se questi si spingessero sul Piave, ai piedi delle Prealpi, non potrebbero che passeggiare con la bocca aperta per la meraviglia di fronte a una città dalla lunga storia, dai mille monumenti e palazzi storici.
Tra le sue bellezze, la più nota è sicuramente Ponte Vecchio, insignito nel 2019 del titolo di monumento nazionale, ed è proprio lì, in una cornice mozzafiato, che dal 1779 sorge la prima distilleria d’Italia: Nardini. Il suo fondatore è Bortolo Nardini, che ebbe l’intuizione di acquistare l’Osteria al Ponte, trafficato crocevia tra Venezia, il Trentino e l’Austria, per produrre grappa in pianta stabile, a differenza di quanto era comune fare all’epoca tra i distillatori, che erano soliti spostarsi con un alambicco mobile a lavorare per conto terzi.
Il fiume forniva l’acqua necessaria alla lavorazione grazie a un passaggio artificiale che estraeva l’acqua dal Brenta e attraversava l’edificio, inoltre le colline circostanti assicuravano alla distilleria grande disponibilità di vinaccia.
È l’inizio di un nuovo modo di fare grappa e la nascita di un’icona: una tradizione che ancora vive, testimoniata dall’etichetta presente sulle bottiglie, realizzata dalla storica stamperia Remondini, che sintetizza i valori del marchio: storicità, tutela del territorio e un prodotto di altissima qualità.
La storia di Nardini va di pari passo con quella d’Italia, e sono molti i momenti importanti di questo percorso. Nel 1929 la grande passione degli italiani per il prodotto dell’azienda porta la famiglia a spostare la sede produttiva, e durante la seconda guerra mondiale il Ponte viene distrutto dai bombardamenti. Ricostruito dagli Alpini, da sempre legati a Bassano e Nardini, nel 1948 viene inaugurato da Alcide De Gasperi, proprio con una bottiglia del più amato prodotto locale. Nel 1953 la Regina Madre d’Inghilterra sceglie di servirla al ricevimento di incoronazione della figlia Elisabetta II.
Ma la storia va di pari passo anche con l’innovazione, dall’introduzione negli anni Sessanta della distillazione sottovuoto a bassa temperatura, alla creazione di un laboratorio di analisi per il controllo della qualità, fino a Bolle Nardini.
La futuristica opera di Massimiliano Fuksas viene inaugurata nel 2004 per i 225 anni dell’azienda, uno spazio ideato per accogliere visitatori e appassionati, diffondendo l’amore per la grappa e consolidando il proprio legame sul territorio. Realizzata all’interno del parco aziendale, nasce dall’esigenza di ampliare la sede per fare spazio a luoghi destinati alla ricerca e alla cultura della grappa. Include infatti il laboratorio di analisi, ma anche un auditorium per iniziative culturali, e dove accogliere gli appassionati che da tutto il mondo si recano a scoprire questa storia attraverso le visite guidate.
Nel 2006 un altro primato, per diffondere la grappa anche in modo diverso e più contemporaneo rispetto a quello cui siamo sempre stati abituati: esce la prima edizione del Grappa Handbook, un manuale di ricette con cocktail a base grappa creati dai migliori bartender internazionali. Ma anche guardando al futuro, il legame con Bassano non viene meno: nel 2017 nasce Garage Nardini Osteria e Cocktail Bar, dove i prodotti dell’azienda sono per l’appunto presentati anche in chiave cocktail, e accompagnati da una proposta culinaria incentrata sulle materie prime del territorio.
Ma è nella ricerca dell’eccellenza nella distillazione che sta probabilmente il segreto di un’azienda pluricentenaria, un processo che abbiamo avuto modo di vedere con i nostri occhi.
Nardini utilizza molte varietà di vinacce di uve rosse e bianche tra cui Cabernet, Merlot, Prosecco, Pinot Grigio, Pinot Nero e Pinot Bianco. In questa prima fase sono selezione e conservazione a mettere le basi per un prodotto della massima qualità . Le vinacce fresche vengono stoccate in vasche di cemento, coperte e sigillate con la sabbia, per una fermentazione completamente naturale in assenza di aria. Dopo due mesi, aperte le vasche, ha inizio la vera e propria fase di distillazione. Questa avviene attraverso tre tipologie di alambicchi differenti: a caldaiette a vapore, a bagnomaria e a colonna di distillazione.
A questo punto, con un lavoro ancora manuale e artigianale, viene selezionato il “cuore”, la parte nobile del prodotto, che viene poi ulteriormente perfezionato in uno speciale alambicco di rettifica – da cui la dicitura “doppia rettificata” della storica etichetta.
A questo punto la grappa viene fatta riposare per un anno nel caso della Bianca, e per tre anni in botti di rovere in quello di Grappa Riserva.
Solo allora il risultato, che si tratti di grappa, di Riserva, della selezione premium Bortolo Nardini, ma anche degli altri prodotti dell’azienda come i bitter, l’aperitivo Mezzoemezzo, gli amari o i liquori (noi abbiamo particolarmente apprezzato quello alla mandorla e l’acqua di cedro), è pronto per soddisfare il gusto e i palati degli appassionati di ogni angolo del globo, consapevoli che in ogni sorso c’è qualcosa di più di una semplice bevanda, ma un vero e proprio distillato della storia e dell’eccellenza del nostro Paese.
Fonte: news.google.com